Droga e telefonini a Fuorni, c'è l'ennesimo sequestro

Rinvenuti due telefoni cellulari, perfettamente funzionanti, e due panetti di hashish

L'ingresso della casa circondariale
L'ingresso della casa circondariale
di Angela Trocini
Lunedì 21 Novembre 2022, 07:55
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Sequestrati droga e telefonini all'interno della casa circondariale di Salerno Fuorni. Erano negli armadietti in uso ai detenuti lavoranti della sezione Alta sicurezza. Gli agenti della polizia penitenziaria, durante gli abituali controlli, hanno rinvenuto due telefoni cellulari, perfettamente funzionanti, ed altrettanti panetti di hashish. Ora le indagini continuano per capire a chi erano destinati telefonini e droga: sia per gli apparecchi telefonici che per la droga (che sarebbe stata spacciata) ci sarebbe stato un giro di soldi. Colui o coloro che avevano ricevuto illegalmente quanto rinvenuto avrebbero, sicuro, stilato un prezzario sia per fare chiamare all'esterno altri detenuti che per lo spaccio dell'hashish. I telefonini il più delle volte servono per dettare «ordini» ai sodali rimasti fuori o ai familiari in modo da continuare a gestire gli affari illeciti anche dall'interno del carcere.


Ormai i detenuti hanno imparato che le conversazioni che si hanno durante i colloqui periodici spesso vengono captate, molto più utile quindi avere telefonini a disposizione per parlare liberamente con familiari e non solo.

Del resto anche alcune indagini hanno dimostrato come l'attività di spaccio all'interno delle carceri sia molto fiorente così come l'introduzione di telefoni che a volte servono anche per le ordinazioni di droga. Per quest'ultimo ritrovamento (uno degli ultimi in ordine di tempo), effettuato dal personale della polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Fuorni, il vicesegretario regionale del Sappe, Tiziana Guacci, si è complimentata con il personale stesso per «l'attenzione, lo scrupolo e la professionalità avuti durante i controlli». Molto sentita, infatti, è la questione relativa all'utilizzo dei cellulari in carcere che permette - agli stessi detenuti - di avere comunicazioni non consentite con l'esterno e la necessità di adottare interventi che mettano in grado la polizia penitenziaria di contrastare tale fenomeno (la continua miniaturizzazione degli apparecchi, infatti, è sempre meno rilevabile con i normali strumenti di controllo).

Sul punto il segretario generale del Sappe, Donato Capece, ricorda come «la polizia penitenziaria sia quotidianamente impegnata nell'attività di contrasto all'introduzione di telefoni cellulari e alla diffusione della droga nei penitenziari sia per adulti che per minori. Nonostante per l'ingresso e detenzione illecita di telefoni in carcere, sono previste pene severe che vanno da 1 anno e 4 anni, il fenomeno sembra ancora non attenuarsi. Vanno adottate soluzioni drastiche, e non più differibili, come la schermatura delle sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti». Per il Sappe è anche urgente «trovare soluzioni al personale di polizia penitenziaria che opera sotto organico e con mille difficoltà e, nonostante tutto, garantisce al meglio i compiti di sicurezza».
 

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