Sequestrati droga e telefonini all'interno della casa circondariale di Salerno Fuorni. Erano negli armadietti in uso ai detenuti lavoranti della sezione Alta sicurezza. Gli agenti della polizia penitenziaria, durante gli abituali controlli, hanno rinvenuto due telefoni cellulari, perfettamente funzionanti, ed altrettanti panetti di hashish. Ora le indagini continuano per capire a chi erano destinati telefonini e droga: sia per gli apparecchi telefonici che per la droga (che sarebbe stata spacciata) ci sarebbe stato un giro di soldi. Colui o coloro che avevano ricevuto illegalmente quanto rinvenuto avrebbero, sicuro, stilato un prezzario sia per fare chiamare all'esterno altri detenuti che per lo spaccio dell'hashish. I telefonini il più delle volte servono per dettare «ordini» ai sodali rimasti fuori o ai familiari in modo da continuare a gestire gli affari illeciti anche dall'interno del carcere.
Ormai i detenuti hanno imparato che le conversazioni che si hanno durante i colloqui periodici spesso vengono captate, molto più utile quindi avere telefonini a disposizione per parlare liberamente con familiari e non solo.
Sul punto il segretario generale del Sappe, Donato Capece, ricorda come «la polizia penitenziaria sia quotidianamente impegnata nell'attività di contrasto all'introduzione di telefoni cellulari e alla diffusione della droga nei penitenziari sia per adulti che per minori. Nonostante per l'ingresso e detenzione illecita di telefoni in carcere, sono previste pene severe che vanno da 1 anno e 4 anni, il fenomeno sembra ancora non attenuarsi. Vanno adottate soluzioni drastiche, e non più differibili, come la schermatura delle sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti». Per il Sappe è anche urgente «trovare soluzioni al personale di polizia penitenziaria che opera sotto organico e con mille difficoltà e, nonostante tutto, garantisce al meglio i compiti di sicurezza».