«We’re turning up the sound». Il suono si alza. Da New York a Paestum. «Back in Dum Dum Republic», esordisce Nickodemus, dj e producer giramondo, il globetrotter del ritmo che torna ad animare il più famoso beach club del Cilento, per l’intero week end del 23 e 24 giugno: sabato in consolle per il grande party alternandosi con Dj Delta, domenica a far vibrare il dancefloor in apertura e chiusura dell’Istituto Italiano di Cumbia, che dominerà l’arena sul mare per il concerto al tramonto. Un suono selvaggio, identitario, quello dell’Istituto Italiano di Cumbia. Un mix esplosivo fra elettronica e sonorità afroperuviane, tropical, ritmi latinoamericani, animismo e psichedelia: in una sola parola «Cumbia!» In una vertigine emozionale in riva al mare. Un sentiero tracciato dal ritmo ancestrale della cumbia e delimitato da un linguaggio sonoro elettronico e moderno: un sincretismo per riconciliare il tribale e primitivo con il rumore del mondo metropolitano. Un live pieno di fascinazione, tra ritmi ancestrali e contemporaneità, quello dell’Istituto Italiano di Cumbia, inserito nel più ampio programma del Roymundo Festival.
«Viviamo di emozioni, recuperiamo la bellezza del legame con l’altro – sottolinea Biancaluna Bifulco, titolare del «Dum Dum Republic» ed ispiratrice della filosofia che lo anima – Questa estate abbiamo predisposto un cartellone straordinario, una sfida per una piccola struttura, ma anche un sogno, reso possibile da anni di ricerca musicale, di contaminazioni, di chilometri percorsi per indagare nuove sonorità e permettere al pubblico del Dum Dum Republic di scoprirle.
Urban, organic, electronic, global music si contaminano nei suoi set. Il suo è un suono trascinante e solare, contaminato da sonorità globali, ma mai globalizzate, con profonde influenze latine e chiari riferimenti afrocentrici. “Turntables on the Hudson” è il party che, dal 1998, lo ha imposto a livello internazionale, per quella sapiente miscela di afrobeat, nu tropical, funk, hip hop, house e world music diventata di culto quando la one night ha cominciato ad essere richiesta al Cairo, a Dubai come a Barcellona, a Londra e poi a Parigi. «Tutto mi influenza – racconta Nickodemus - Fino all’esplosione dell’hip hop, la musica nella nostra casa era sempre come una festa. Si ascoltavano Motown, disco e tanta musica latina. Immagino di scoprire da dove proviene tutto, arrivare alle radici. Sarebbe come sentire una frase o una citazione e poi trovare l'intero articolo da cui proviene tutto. Alla fine degli anni novanta – prosegue Nickodemus - arrivarono nuovi suoni, nuova musica e nuovi valori di produzione. Dai rave di magazzino a Brooklyn alle feste in spiaggia a Coney Island, ho ampliato i miei gusti. L’ispirazione mi ha portato in tutti i nuovi tipi di musica. Ho cominciato ad ascoltare le somiglianze nei ritmi e ad affinare, qualsiasi cosa, dal blues al funk, al ritmo afro. Un viaggio in Africa, con tutte le cose classiche di Fela Kuti, che si sposta in India e poi nel resto del mondo. Ho scoperto la musica da tutti gli angoli e ho capito che tutto era possibile».