Eboli. Danno erariale da 4,8 milioni di euro: prosciolti l'ex sindaco Melchionda e i suoi collaboratori

Eboli- Comune, ingresso principale
Eboli- Comune, ingresso principale
di Francesco Faenza
Giovedì 8 Marzo 2018, 19:10
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Eboli- Erano accusati di aver provocato un danno erariale da 4,8 milioni di euro. Questa mattina sono stati prosciolti. Accuse infondate contro l'ex sindaco di Eboli Martino Melchionda, gli ex assessori Pasquale Lettera, Adolfo Lavorgna e Liberato Martucciello, contro i tecnici comunali Caterina Iorio, Domenico Gelormini e Cosimo Marmora, e contro i revisori dei conti Marcello Benincasa, Giuseppe Criscuolo e Maurizio Fresa. 

L'indagine era stata avviata dalla guardia di finanza di Eboli e dagli ispettori del ministero delle Finanze. Secondo l'accusa, Melchionda e gli altri indagati avevano costituito la società Eboli Patrimonio per vendere beni immobili comunali, provocando però un danno da quasi 5 milioni all'erario. Il patrimoino comunale era stato svenduto. 
Con il Comune indebitato, i vincoli di spesa e il patto di stabilità violato, Melchionda chiese liquidità bancaria dando in garanzia alla banca Monte dei Paschi di Siena i beni comunali. Tra il denaro ricevuto per le spese pubbliche e i beni ipotecati, secondo l'accusa c'era un divario enorme. 

Per gli investigatori si trattò di un'operazione di facciata con un solo obiettivo: evitare il dissesto finanziario. I giudici della Corte dei Conti (Sciascia, Schulmers e Cossu) non la pensano così. Melchionda, Lettera e gli altri otto indagati sono stati prosciolti. L'operazione di cartolarizzazione è stata legittima. L'ex sindaco non aveva alcun fine politico illecito da perseguire e non ha danneggiato le casse comunali. 

L'indagine avviata nel 2015 iniziò con il sequestro dei conti correnti bancari e dei beni immobili dei dieci indagati. Melchionda e i suoi collaboratori presentarono un ricorso attraverso i loro legali. Dopo il dissequestro dei beni e dei conti correnti è arrivato il proscioglimento.  
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