Eboli piange
il 27esimo morto Covid

Eboli piange il 27esimo morto Covid
di Laura Naimoli
Lunedì 4 Gennaio 2021, 06:50
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Un altro pezzo di storia della città se ne va nel silenzio, in una domenica di pioggia e di zona rossa, nel bel mezzo di un tunnel che sembra non vedere la luce gialla nemmeno a sforzare gli occhi. Ad Eboli i numeri dei contagi stanno risalendo in maniera drammatica e, oggi, con duecentocinquantanove positivi, toccano un picco tra i più alti del salernitano. Ieri, al Santissima Addolorata è giunto un uomo di ottantasei anni, residente al Bivio Cioffi, un pensionato che ha combattuto strenuamente per una decina di giorni. Il tampone era risultato positivo nell’ultima decade di dicembre e pare che anche suoi parenti stretti siano in isolamento per l’infezione. Si tratta della ventisettesima vittima della città di Eboli dall’inizio della pandemia e la prima di quest’anno che è appena cominciato e che non presagisce nulla di buono. Se nelle altre città, infatti, la curva dei contagi segue il trend in discesa, ad Eboli la stessa curva, di cui si era avuta una buona diminuzione nei primi 15 giorni di dicembre, torna a salire. I motivi sono da ricondursi, in buona parte, ad una non responsabile gestione di un momento così delicato e i medici dicono che nei prossimi quindici giorni i contagi potrebbero salire ancora. Alcuni cittadini se la prendono con i mancati controlli da parte delle forze dell’ordine nei giorni rossi, imposti dal Governo nazionale. Molti sono i video e le foto che ritraggono bar aperti e gente festante con bicchieri in mano nei giorni della vigilia di Natale e del Capodanno.

Negli ultimi giorni, poi, sono emersi comportamenti al limite della follia che non solo non tengono conto della salute personale di ciascuno, ma creano danni, a volte irreversibili, anche agli altri. La polizia municipale ha infatti portato alla luce una situazione molto pericolosa fatta di tombolate e giochi di carte all’interno di abitazioni private. Si pensa in questo modo di sfuggire ai controlli e di avere salva la vita, ma i fatti dimostrano il contrario. Ben sette sono stati i contagiati dell’ultimo tavolo di briscola che, una volta avuto l’esito positivo, hanno vuotato il sacco ammettendo di aver giocato insieme, tutti appassionatamente. Nonostante le dita di quattro mani non bastino più per contare i decessi, nonostante le mille lacrime per Lucio Fulgione, infermiere deceduto nella notte della vigilia di Natale, probabilmente ammalatosi nel pieno delle sue attività di servizio, alcuni ebolitani continuano a considerarsi immortali o, forse solo immuni. Due giorni fa un ragazzo di diciannove anni è stato sorpreso a fare un paio di brindisi di buon augurio, sempre nel periodo interdetto dalle norme nazionali, davanti ad un bar del quartiere Pescara. Era risultato positivo al covid già qualche giorno prima, ma lui, davanti agli agenti, si è difeso dicendo di non credere all’esistenza del coronavirus e per questa ragione, siccome anche asintomatico, non ha reputato di commettere un delitto.

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