Edmondo Cirielli viceministro degli Esteri:
«In Europa a testa alta per il Made in Italy»

Edmondo Cirielli viceministro degli Esteri: «In Europa a testa alta per il Made in Italy»
di Lorenzo Calò
Martedì 1 Novembre 2022, 09:00 - Ultimo agg. 2 Novembre, 08:35
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Onorevole Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri, giovedì il presidente del Consiglio Giorgia Meloni farà il suo esordio sul palcoscenico internazionale a Bruxelles. L'Italia cambierà pelle?
«L'Italia starà dove deve stare e la storia della destra italiana ne è testimone. Già il Msi si allineò a questa scelta di campo sull'Alleanza Atlantica, allora era il male minore perché poi la guerra fredda impose una decisa assunzione di responsabilità a favore della libertà e della democrazia. Sono gli stessi principi che ispirano l'azione della destra di governo oggi: l'Italia è convintamente nella Nato, con gli Usa e con l'Europa».

Parte della sinistra e del M5s lancia accuse mettendo in guardia da decisioni che possano alimentare il conflitto a scapito delle trattative di pace...
«Sono i pacifisti a senso unico.

La collocazione dell'Italia radicata nel patto Atlantico ha assicurato decenni di pace, sviluppo e prosperità. Roma resterà ancorata a questo asse per lealtà verso l'alleanza, per un vincolo di riconoscenza verso gli Usa e la Nato e per una pragmatica questione di Realpolitik».

In che senso?
«Le moderne dittature si stanno sempre più caratterizzando per inaudita violenza e sanguinarie repressioni. Il nostro ancoraggio è al rispetto del diritto internazionale e alla via diplomatica e pacifica per la risoluzione dei conflitti».

Ma deciderete di finanziare gli aiuti militari all'Ucraina?
«Lo abbiamo fatto responsabilmente quando eravamo opposizione, a maggior ragione lo faremo ora che siamo forza di governo, tenendo ben chiaro il concetto che la Russia ha aggredito l'Ucraina. E questo è inaccettabile».

È favorevole all'ingresso di Kiev nella Nato?
«Da componente dell'assemblea parlamentare della Nato posso confermare che l'Ucraina, pur non facendo parte integrante dell'Alleanza, è considerata un Paese alleato. Pensi, l'ultima plenaria si sarebbe dovuta svolgere a Kiev e, per ovvi motivi, si è tenuta a Vilnius. Noi abbiamo sempre con grande chiarezza condannato l'aggressione da parte della Russia e pur volendo comprendere, in linea puramente teorica, le posizioni di Mosca nei confronti delle minoranze russofone esterne al territorio russo, non possiamo mai giustificare un'aggressione militare da parte di Putin che viola la cornice del diritto internazionale».

Quale sarà l'atteggiamento nei confronti dell'Ue?
«L'Italia è il secondo Paese contribuente dopo la Germania: siamo e saremo in Europa a testa alta, rispettosi dei principi di solidarietà e cooperazione europei ma altrettanto fermi nella tutela degli interessi nazionali».

Fdi come forza politica si è spesso espressa criticamente circa i vincoli normativi europei che limiterebbero gli spazi di sovranità nazionale. Che ne pensa?
«Auspico un'Europa che faccia fronte comune su temi importanti come difesa, immigrazione, lotta alla criminalità e al terrorismo. Dico no all'Europa delle etichette, della iper-burocrazia, che pone vincoli allo sviluppo delle eccellenze del Made in Italy e che rischia di comprimere la competitività dell'Italia».

Fdi resterà tra i Conservatori e Riformisti europei o assumerà un profilo più centrista?
«Giorgia Meloni dal 2020 è il presidente del partito della destra europea: deciderà lei quale percorso seguire».

Salvini ha rilanciato sulla battaglia per portare in Italia la sede dell'Authority europea dei brevetti. È d'accordo?
«Una battaglia che condividiamo tenendo ben presente che non si può vincerle tutte...».

Di Maio da ministro degli Esteri ha portato l'Agenzia Ice, oggi Ita, dal Mise alla Farnesina ritenendo la tutela delle reti commerciali con l'estero strategica per lo sviluppo. È d'accordo?
«Tutto quello che concerne gli interessi e le relazioni economiche e di sviluppo con l'estero attiene alla politica estera. E d'altra parte sarà il presidente del Consiglio a delineare le linee di indirizzo strategico».

Quale sarà l'atteggiamento nei confronti della Cina?
«La Cina è un grandissimo player economico-finanziario internazionale e un partner strategico di diversi Paesi. Manterremo saldi i nostri asset di cooperazione tenendo ben presente il rispetto dei principi di reciprocità affinché anche ai nostri operatori economici siano garantite le stesse condizioni offerte a Pechino dall'Italia».

Nei rapporti con Israele ci sarà un cambio di rotta?
«Auspico un ulteriore salto di qualità nei rapporti con Israele, che resta la più grande e moderna democrazia del Medio Oriente. Giorgia Meloni ha da sempre ritenuto strategico, pur nel rispetto del mondo arabo, un rapporto privilegiato con Israele e su questa linea il governo proseguirà». 

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