Elezioni, a Salerno è caos in Forza Italia:
cresce il malcontento tra gli esclusi

Elezioni, a Salerno è caos in Forza Italia: cresce il malcontento tra gli esclusi
di Ivana Infantino
Mercoledì 24 Agosto 2022, 09:00
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Elezioni, è caos in Forza Italia. Cresce il malcontento fra i forzisti salernitani dopo la presentazione delle liste. Nessun candidato salernitano in corsa nei collegi uninominali e proporzionali, ad eccezione della consigliera di Scafati Teresa Formisano, candidata nel listino della Camera nel collegio Campania 2, ma in posizione non utile. C'è poi Guido Milanese, già parlamentare di Forza Italia, che corre però in Campania 1 nel Napoletano. Ed è scontro per quel seggio che non è andato a Salerno. Con le polemiche che corrono sui social. Ma facciamo un passo indietro. Dall'accordo di coalizione a Forza Italia, in regione, sono andati cinque seggi in cui candidare i propri esponenti: uno a Benevento e quattro a Napoli. 

Si è chiusa così la delicata fase di presentazione delle liste con esclusioni eccellenti nel Salernitano, a partire dai due deputati uscenti: la new entry Nicola Acunzo, passato a maggio dal M5s a Forza Italia, e Marzia Ferraioli, professore ordinario di diritto processuale penale, che si sfoga sui social. Lei che nel 2018 era riuscita a conquistare il collegio di Agropoli, nel Cilento, battendo nel suo feudo il candidato del Pd Franco Alfieri, dato per favorito e arrivato terzo, e la candidata del M5s Alessia D'Alessandro, riuscendo a far da argine alla valanga pentastellata che travolse il Salernitano. «Le liste sono state affidate a candidati non del territorio», sbotta su Facebook la Ferraioli, «orgogliosa di aver servito il mio Paese, in qualità di deputato, ma dispiaciuta di non aver potuto completare i lavori e le iniziative già attivate». Nel mirino dell'ex deputata finiscono i catapultati nelle liste di Silvio Berlusconi per la Camera e il Senato. «Penso a luoghi di appartenenza, ma anche affidati, senza ragione alcuna, a colleghi ignari di territori di non pertinenza. La confusione è di tutta evidenza e va stigmatizzata: per incapacità o per indolenza non so dire». Augura poi «i migliori risultati» a chi «porterà il mio stesso impegno e la mia stessa fedeltà alla Nostra Italia». Dalla Ferraioli agli aspiranti candidati il disappunto cresce, ma non perché le proposte di candidatura non sono state accolte, ci tiene a precisare il vicecoordinatore provinciale Costabile Spinelli, ma per «la mancata rappresentanza di una provincia che ha sempre risposto bene, in termini di percentuali ottenute dal partito». Va giù duro anche il consigliere comunale Roberto Celano - uno dei nomi sul tavolo - che sui social scrive: «Salerno e la sua provincia meritano rispetto, non possono essere calpestate dagli interessi di alcuno. Nessuno può pensare di mortificare i salernitani e il territorio. Chi fa politica ha il dovere di difenderlo, senza alcuna esitazione. Sempre contro il sistema, sempre a difesa della più bella provincia della regione». Ironico Lello Ciccone, l'altro vice coordinatore provinciale di Fi con Spinelli, il cui nome, come altri dirigenti che avevano dato la loro disponibilità a scendere in campo, è rimasto sulla carta. «Sono in vacanza, continuo a starci» dice. «Abbiamo dato la nostra disponibilità, sono state fatte scelte per garantire delle posizioni, è sotto gli occhi di tutti.

Però - aggiunge - va bene così senza polemica, purtroppo i posti disponibili sono quelli che sono, noi dobbiamo votare la Destra». 

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Insomma, è polemica anche per quel collegio uninominale per la Camera Salerno-Battipaglia, andato alla lista Noi Moderati, la quarta gamba del centrodestra, e che sarebbe, invece, potuto andare a Forza Italia. Contestano poi la mancata condivisione di criteri e metodi per liste confezionate a Napoli e calate nei territori i cui nomi sono stati resi noti solo dopo, o poco prima della presentazione. Ed è bagarre con i forzisti salernitani che restano in attesa di lumi prima di iniziare una campagna che si prospetta più complicata del previsto. Non avendo candidature territoriali «si dovrà lavorare di più per convincere gli elettori» questa l'opinione comune fra gli esponenti locali. Che dovranno fare i conti, fra le altre cose, anche con un partito che ha perso più di qualche pezzo dopo la fuoriuscita dell'ex ministro per il Sud, Mara Carfagna, approdata in Azione, e dei deputati uscenti Rossella Sessa e Gigi Casciello, storico esponente del partito di Berlusconi, in corsa per il Senato, nel partito di Calenda, da capolista nel collegio uninominale Salerno. 

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