Elezioni a Salerno,
Napoli respinge gli assalti

Elezioni a Salerno, Napoli respinge gli assalti
di Giovanna Di Giorgio
Martedì 5 Ottobre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 6 Ottobre, 07:10
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Prende colpi, ma non barcolla. Perde supporti, ma tiene saldo l'equilibrio. E non cade. Tutt'altro. Vincenzo Napoli si riconferma sindaco di Salerno al primo turno, dando al Pd il sindaco della città capoluogo e a Salerno l'ennesima amministrazione targata Vincenzo De Luca. Il presidente della Regione Campania definisce «straordinario» il risultato ottenuto dal suo successore ed ex capo staff. I dati parziali, però, assegnano meno del 60% dei consensi a Napoli, che lascia per strada oltre dieci punti percentuali rispetto al bulgaro 70,5% con cui fu incoronato alle elezioni del 2016. Resta comunque la sconfitta pesante e inattesa per i suoi diretti competitor. Sia Michele Sarno, l'avvocato intorno al quale si erano coalizzati i partiti di centrodestra, sia Elisabetta Barone, la dirigente scolastica sulla quale avevano puntato tutto il M5S e le anime antideluchiane del centrosinistra, erano convinti di riuscire a trascinare al ballottaggio il sindaco uscente, per poi batterlo in nome di grandi alleanze e mettere fine al trentennio deluchiano. Ma tant'è. A scegliere il sindaco sono stati il 63,19% degli elettori. A tanto si ferma l'affluenza alle urne, più bassa di circa 5 punti rispetto a cinque anni fa. «Ha vinto il progetto Salerno, un progetto che viene da lontano e che guarda al futuro. Abbiamo condotto una campagna elettorale con determinazione e limpidezza». Così Napoli, sostenuto da assessori e consiglieri regionali del Pd, commenta i risultati parziali. E si toglie un po' di sassolini dalle scarpe attaccando i rivali: «La cosa desolante è che ci siamo dovuti confrontare con il nulla. L'unico loro obiettivo era smantellare la guida di questa città». 

Bisognerà aspettare il conteggio definitivo e, considerando che i candidati sono circa 960, dislocati in ben 31 liste e nove schieramenti diversi, i calcoli non saranno immediati. Stando ai dati pervenuti, però, la parte del leone la fanno le tre liste storiche, quelle alla base delle diverse vittorie di De Luca. Buona affermazione anche per la lista del Psi, intorno al 9%: il partito del garofano non delude le attese nella città del segretario nazionale Enzo Maraio. «È una vittoria dei cittadini salernitani che hanno ritenuto di non interrompere il nostro programma di trasformazione urbana», le parole di De Luca accorso in tarda sera al comitato del suo successore.

Del resto, lo aveva detto: «Salerno è De Luca». Per il governatore si tratta di «un risultato importante, straordinario, non scontato». Eppure, non rinuncia a strigliare l'amministrazione uscente: «Penso che la nuova amministrazione debba lavorare di più su alcune criticità che si sono registrate in questi anni». Infine, una stoccata al M5S: «A Napoli c'è stata una coalizione più ampia. A Salerno i 5stelle hanno fatto altre scelte, non ho capito perché». Loro, i 5telle, si leccano le ferite. 

È una doccia fredda per il partito di Giuseppe Conte che, attraverso i suoi tre parlamentari salernitani (due ex sottosegretari e il deputato che alle politiche del 2018 sconfisse nettamente De Luca jr all'uninominale) si era unito alla coalizione imponendo il suo simbolo a una compagine pensata come unione di liste civiche. Il movimento ci ha messo la faccia portando per ben due volte l'ex premier in città a sostegno della sua candidata, colorando di giallo la campagna elettorale della dirigente scolastica. Per lei i pentastellati avevano mobilitato anche il ministro Luigi Di Maio e il sottosegretario Pierpaolo Sileri. La loro lista, però, si ferma intorno al 5%. Per loro in consiglio comunale potrebbe scattare un solo seggio. Amara delusione anche per il resto della coalizione, sponsorizzata pure dal deputato di Leu Federico Conte. È débâcle anche per il centrodestra unito, con Fdi primo partito della coalizione. Del resto, era stato il deputato Edmondo Cirielli, ex presidente della commissione parlamentare Difesa, a puntare per primo su Sarno trascinando così le altre due anime del centrodestra. Al punto che sia Giorgia Meloni che Matteo Salvini (sceso in campo non con il simbolo ma con una lista civica dal nome Prima Salerno) non hanno fatto mancare passerelle in città a sostengo del loro uomo. A danneggiare il centrodestra anche la scelta dell'outsider Antonio Cammarota, l'avvocato di centrodestra che non ha voluto saperne di accodarsi e ha messo su tre liste civiche. Per la sua coalizione potrebbe scattare anche il secondo seggio. Niente da fare per gli altri sei aspiranti sindaco. Né l'avvocato di Italia Nostra Oreste Agosto né la candidata che aveva unito un gruppo di delusi del M5S dovrebbero ottenere seggi a palazzo di città.

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