In piena notte, in preda a un’emorragia ginecologica è alla ricerca di un medico ma in ospedale, a Cava de' Tirreni, non c’è l’ambulatorio e neppure la guardia ginecologica e così è costretta a contattare il 118 e raggiungere l’Umberto I di Nocera Inferiore.
Per fortuna nonostante il tempo perso, si è riusciti a evitare conseguenze peggiori. È accaduto qualche giorno fa in città, a denunciare il disservizio, o meglio, il vuoto di assistenza sono i rappresentanti del Comitato Civico Ospedale Santa Maria dell’Olmo e Costa D’Amalfi che hanno sottolineato che si tratta di una problematica irrisolta da anni nonostante le continue segnalazioni: «Il marito della signora si è rivolto a noi - spiega Alfredo Senatore del Comitato - la moglie era in preda ad un’emorragia, voleva portarla in ospedale per farla controllare subito da un medico ma questo voleva dire solo allungare i tempi.
Al Santa Maria dell’Olmo, con la chiusura del reparto di ginecologia, non è stato mai attivato il relativo ambulatorio e neppure la guardia ginecologica, questo si traduce in un vero e proprio vuoto di assistenza». Il marito della donna ha immediatamente allertato il 118 che ha accompagnato la donna all’ospedale più vicino dove è attiva una divisione di ginecologia e cioè l’Umberto I di Nocera Inferiore. «Per fortuna - afferma Alfredo Senatore - nonostante i tempi di intervento si sono inevitabilmente allungati perché è stato necessario raggiungere Nocera, la donna è stata prontamente soccorsa per evitare conseguenze peggiori. Denunciamo per l’ennesima volta una problematica irrisolta. Ai proclami devono seguire i fatti, chi non è capace si faccia da parte. Cava e i cavesi meritano rispetto. Le istituzioni i dirigenti pensassero alle cose serie e non alle poltrone».
La chiusura del reparto di ginecologia ed ostetricia è stata giustificata dal basso numero di parti e, ancor di più dall’assenza di una terapia intensiva neonatale, diventata una condizione imprescindibile per la sopravvivenza di una divisione di ostetricia. Una decisione mal digerita dai cavesi che, in tempi e modi diversi, hanno chiesto l’attivazione di un ambulatorio ginecologico o, addirittura, di una guarda ginecologica h 24. «Ad oggi questo non è stato fatto - conclude Senatore - anzi, c’è di peggio nessuno pone questa questione. I cavesi devono cercare da soli le soluzioni senza che vengono garantiti i loro diritti». I rappresentanti del Comitato hanno annunciato una nuova battaglia in attesa di una risposta da parte delle istituzioni. «Non ci fermeremo davanti a nessuno. I cavesi lo sanno. Non abbiamo colore politico. Vogliamo solo difendere i diritti dei cittadini, dei cavesi».