Enrico, il militare campano suicida a Roma. Gli amici sotto choc: «Gesto inspiegabile»

Enrico, il militare campano suicida a Roma. Gli amici sotto choc: «Gesto inspiegabile»
di Daniela Faiella
Lunedì 30 Luglio 2018, 10:47 - Ultimo agg. 31 Luglio, 09:22
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È entrato nel bagno di Palazzo Grazioli, la residenza romana di Silvio Berlusconi, si è chiuso dentro e, dopo essersi puntato la pistola di ordinanza alla tempia, ha fatto fuoco. Un solo colpo per farla finita, per chiudere i conti con la vita. Un gesto inspiegabile se si considera che Enrico De Mattia, 25 anni, di Angri, caporal maggiore dell'Esercito, componente del primo reggimento Granatieri di Sardegna di Roma, era un amante della vita. Chi lo conosceva ricorda di lui proprio la vitalità, il sorriso, l'attaccamento alla famiglia e agli amici. Cosa sia scattato nella sua mente sabato pomeriggio, poco dopo le 15, mentre era impegnato a Roma, in un'attività di vigilanza, nell'ambito dell'operazione «Strade sicure», nessuno potrà mai saperlo.

LA TRAGEDIA
Il militare era in compagnia di un altro granatiere. Improvvisamente si sarebbe allontanato con una scusa, dicendo al collega di turno che aveva urgenza di andare in bagno. Il corpo esanime di Enrico è stato rinvenuto dagli addetti alla sicurezza di Palazzo Grazioli. Tra le mani il giovane aveva ancora la pistola di ordinanza con la quale si era sparato. Ad Angri la notizia della morte del militare ha lasciato tutti sgomenti. Enrico sembrava felice, niente avrebbe lasciato immaginare una tragedia simile. Occhi scuri e profondi, fisico statuario, una passione per la moda, il giovane granatiere era benvoluto ed apprezzato da tutti, perché sapeva farsi voler bene. Era legatissimo al padre Giovanni, presenza storica della pasticceria «O Sciampagnone», alla mamma Anna e alla sorella minore Paola. Il militare era stato promosso di recente. Solo venerdì sera era stato visto in città; aveva trascorso qualche giorno ad Angri con i familiari, gli amici e con la fidanzata Carola. Mai un'espressione cupa, mai uno sguardo triste. Sabato mattina il 25enne si era rimesso in viaggio per Roma, dove ha ripreso servizio alle 13, per il turno pomeridiano. Enrico «Babba» De Mattia, come si identificava il militare anche su facebook, aveva tutto: bellezza, carattere, una famiglia che l'adorava. E, soprattutto, amava la vita. Aveva addirittura coniato l'hashtag #SIVIVE, per il quale era molto seguito.

IL DOLORE
«Il mio più profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia in questo tragico momento di dolore», con questo messaggio il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo ha voluto esprimere vicinanza alla famiglia De Mattia. Sono tantissimi i messaggi di cordoglio che affollano la bacheca facebook del militare di Angri. Ci sono testimonianze di amici e conoscenti, che rievocano ricordi, manifestando incredulità e profonda commozione. «Bastava già solo pensarti per sorridere. Non può essere Enrì», scrive Maria. «I fratelli non si possono cancellare né dimenticare. Ciao Enrì», è il post di Mirco. «Tutto ciò è surreale, nessuno di noi può crederci, ci è caduto un macigno addosso, pesante quanto i tuoi silenzi, un dolore che non si può definire. Tu amavi la vita, per questo mi è ancora più difficile credere a ciò. Il tuo sorriso rimarrà indelebile nella mia mente e ciò mi rattrista, perché con te, inevitabilmente, abbiamo perso un pezzo di noi», è l'addio di Riccardo.
 

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