Sette anni di processo, tra udienze rinviate di anno in anno, con l’accusa di aver copiato durante lo svolgimento dell’esame per diventare avvocato. Era il 2015, quando una 32enne veniva denunciata a piede libero dopo una segnalazione fatta dalla commissione esaminatrice di Bergamo alla Corte d’Appello di Salerno.
La donna, che oggi ha 39 anni, è stata assolta giorni fa dal tribunale monocratico di Nocera Inferiore. L’inchiesta condotta dalla Procura di Nocera, che aveva mandato la ragazza sotto processo, contestava la violazione delle legge 475, dunque l’attribuzione di un lavoro altrui. In sostanza di aver copiato, dato che l’elaborato della candidata era identico a quello di un altro. L’imputata aveva partecipato alle prove d’esame che si tennero all’Università di Fisciano nei giorni 15, 16 e 17 dicembre del 2015. Fu bocciata, in ragione di quanto fu valutato dalla commissione di Bergamo, competente per esaminare gli elaboratori della provincia di Salerno per tutti gli aspiranti avvocati.
Dopo l’iscrizione nel registro degli indagati e la citazione a giudizio, per la ragazza cominciò un lungo periodo fatto di udienze, soprattutto rinvii, valutazioni e stress psicologico, come racconta il suo legale di fiducia, Vincenzo Desiderio. «Sono trascorsi circa 7 anni - spiega l’avvocato - e la mia assistita ha subito un contraccolpo psicologico in questo lungo periodo di tempo. Stiamo valutando un’azione di risarcimento in tal senso per la sofferenza patita». La giovane aveva ripetuto l’esame l’anno seguente, riuscendo a superarlo.
Stando alla sua deposizione, venne fuori che la ragazza si trovava in un’altra aula, rispetto all’autore dell’altro elaborato dal quale la stessa si pensava avesse copiato. Questo in ragione della prima lettera dei cognomi di entrambi, che non potevano trovarsi - secondo regole - nella stessa aula a svolgere l’esame. Una circostanza che fu confermata anche dall’autore dell’altro compito, un ragazzo, il quale spiegò di non conoscere l’imputata. Prima della discussione delle parti, il tribunale verbalizzò anche la testimonianza della donna, che negò le accuse sostenendo di aver svolto il parere da se. Nelle sue conclusioni la pubblica accusa aveva chiesto l’assoluzione della donna, non essendo emerse in dibattimento prove o elementi tali da far credere che la stessa avesse copiato. Così come non vi era circostanza che lasciava pensare che la candidata avesse beneficiato di un aiuto esterno. Una tesi ripetuta anche dalla stessa difesa. Negli anni, la Procura di Nocera Inferiore aveva iscritto in un fascicolo d’indagine diversi candidati, per le medesime accuse, sospettati di aver redatto o comunque copiato il proprio elaborato attraverso diverse fonti, valido per il superamento d’esame per diventare avvocato. Alcuni registrarono delle condanne - sanzioni pecuniarie per la maggior parte - altri invece erano stati prosciolti in fase preliminare, perché se anche avevano copiato da alcune fonti, questo non aveva intaccato la validità dell’elaborato. Per la giovane, ora, la piena assoluzione.