Salerno, Vincenzo e la maturità a 64 anni:
«L'ho promesso a mia moglie, morta di Covid»

Salerno, Vincenzo e la maturità a 64 anni: «L'ho promesso a mia moglie, morta di Covid»
di Gianluca Sollazzo
Martedì 21 Giugno 2022, 23:01 - Ultimo agg. 23 Giugno, 07:16
4 Minuti di Lettura

Per dirla come il maestro Alberto Manzi, non è mai troppo tardi. Nella vita come nella scuola, qualsiasi obiettivo può essere centrato con abnegazione e impegno. Anche se si è a tre anni dalla pensione. C’è il sapore della riscossa esistenziale nella storia di Vincenzo Lifrieri, 64 anni, nativo di Spezzano Albanese, in Calabria, che stamattina a Salerno sosterrà la prima prova scritta di italiano agli esami di maturità. Non è mai troppo tardi, dicevamo. Perché il signor Lifrieri la maturità l’ha cercata e voluta con tutto se stesso proprio negli anni più duri della pandemia da Covid-19. «Il virus s’è portato via mia moglie a gennaio 2021, la mia vita è cambiata da allora», dice Lifrieri. Il 21 gennaio 2021 sua moglie, Tina Lanzara, maestra salernitana, è deceduta a causa delle complicanze del Covid. Una furia che ha spazzato via un pezzo della sua vita. Vincenzo e Tina, nell’anno scolastico 2019/2020, avevano fatto insieme una scommessa. «Che mi sarei iscritto all’istituto Galileo Galilei per concludere il percorso di studi intrapreso anni fa – racconta lo studente nonno - Ho imparato ad usare il programma Autocad che serve a progettare disegni tecnici al computer. I miei professori mi hanno insegnato molto bene ad utilizzarlo. Devo ammettere che non ho una grande praticità per gli anni, ma ho profuso tanto impegno per colmare le mie lacune. Ho voglia di riuscirci perché ho studiato».

Lui, nonno da sei anni e padre di due figli, ha saputo reagire. Ha alzato la testa e fatto sua la lezione, pedagogica e mediatica, del maestro Manzi, che negli anni Sessanta insegnò agli italiani a leggere e scrivere. Lui, vittima dell’abbandono scolastico in quarto superiore, decise 45 anni fa di non presentarsi all’appuntamento del quinto anno dell’indirizzo per ragionieri per cominciare a lavorare subito. «Da pianista guadagnavo anche 3 milioni di lire al mese, mi sono tolto belle soddisfazioni. Ma in fondo mi è sempre mancato qualcosa: non ho mai accettato di aver abbandonato la scuola», confessa Lifrieri, a poche ore dal tema di italiano, immerso in uno studio matto e disperato degli autori studiati al quinto anno dell’Istituto Galileo Galilei di Salerno, indirizzo geometri. «Ho deciso di cambiare corso di studio, nonostante avessi una formazione di ragioniere – spiega Lifrieri – è stato un modo per mettermi doppiamente in discussione.

Oggi posso dire di aver chiuso il conto col mio passato».

LEGGI ANCHE Maturità 2022, il toto-tracce della prima prova 

Stamattina, alle 8 in punto, si presenterà alla scuola superiore di Mercatello per rispettare la scommessa con la moglie. Anche se lei non c’è più, il diploma lo dedica a lei. «Da giovane mi accontentai di una qualifica triennale 45 anni – racconta Lifrieri, che di mestiere fa il giardiniere – all’epoca studiavo all’indirizzo per ragionieri. Cominciai subito a guadagnare come pianista e proseguire gli studi mi sembrò superfluo. Ai giovani che nel salernitano hanno abbandonato gli studi posso dire che la scuola regala un orizzonte di senso che nessun lavoro col facile guadagno può dare». Al Galilei di Mercatello tutti docenti e dirigente scolastico tifano per il 64enne calabrese, trapiantato a Salerno. «Non è mai troppo tardi per maturare competenze e reinserirsi nel mondo economico e produttivo della società, per essere nuovamente cittadini attivi e partecipare allo sviluppo della società civile – commenta il preside Emiliano Barbuto – Questa storia insegna che è possibile sempre nella vita riqualificare il proprio titolo di studio e riprendere in mano il proprio futuro. A 64 anni non ci si può sentire finiti».

Video

© RIPRODUZIONE RISERVATA