«Il mio negozio incendiato dal racket,
lo riapro subito: fermarsi sarebbe peggio»

«Il mio negozio incendiato dal racket, lo riapro subito: fermarsi sarebbe peggio»
di ​Aldo Padovano
Giovedì 14 Novembre 2019, 06:30 - Ultimo agg. 08:12
2 Minuti di Lettura

«Abbiamo subito un brutto colpo ma non posso arrendermi. Siamo già a lavoro per ripartire». Parla così Massimo Buonora, titolare dello storico punto vendita di elettrodomestici di via Verdi a Pagani dato alle fiamme la notte tra domenica 3 e lunedì 4 novembre. L’incubo del racket o una vendetta tardiva sono le piste su cui si starebbero muovendo gli inquirenti, ma non sono escluse altre ipotesi. «La mia attività è senza copertura assicurativa, e paradossalmente è meglio così. Le solite chiacchiere di paese mi avevano già incolpato di essermi procurato tutto da solo» ha affermato Massimo Buonora, mostrando tristemente gli elettrodomestici incendiati.

L’attività si trova nelle vicinanze dell’ex complesso Cirio e della zona della Cappella dal 1948, quando il core business era quello della vendita di bombole del gas. «Mio padre ha costruito tutto questo qui a Pagani, nella nostra città – ha raccontato Buonora, elencando tutti i prodotti andati letteralmente in fumo nell’attentato incendiario – In appena 15 minuti sono andati in fuma circa 300mila euro di lavatrici, frigoriferi, televisori, impianti stereo, forni. Oggi però mia moglie ed i miei figli hanno paura, ma non posso abbattermi. Dobbiamo riaprire prima possibile. Se mi fermo, è peggio».

Paura e coraggio spingono Buonora a riaprire la sua attività entro pochi giorni. Ad appena una settimana dall’incendio, infatti, sono ritornati i pannelli pubblicitari all’esterno dell’attività commerciale, è stata rifatta la controsoffittatura ed il nuovo impianto elettrico. Tutto era andato distrutto dalle fiamme. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA