Falsi incidenti, 37 indagati a Nocera:
coinvolto anche un poliziotto

Falsi incidenti, 37 indagati a Nocera: coinvolto anche un poliziotto
di Nicola Sorrentino
Mercoledì 9 Dicembre 2020, 06:50 - Ultimo agg. 07:33
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Falsi incidenti, con documentazione contraffatta, passeggeri che neanche esistevano e referti medici stravolti per rendere tutto più credibile. Sono 37 le persone indagate in una maxi inchiesta della Procura di Nocera Inferiore, ora conclusa, concentrata nell’Agro nocerino, in particolare tra i comuni di San Valentino Torio, Sarno e Nocera Inferiore. L’accusa maggiore è quella di associazione per delinquere, contestata a Domenico Vastola, poliziotto salernitano, e Luca Russo, Patrizia Albano, Elena Vigilante, Giovanni Scognamiglio, Claudio Oro, Assunta Di Palma, Luciano, Luigi e Amodio Vastola e Alfonso Martorelli. I primi due sono considerati promotori e organizzatori del giro criminale. Secondo le accuse, avrebbero distribuito i profitti dei vari incidenti, organizzato e gestito i vari passaggi, tenendo contatti anche con i medici disposti a falsificare le carte che servivano alle compagnie assicurative. Il resto, invece, è accusato di aver messo a disposizione i propri conti correnti sui quali far confluire i soldi dei risarcimento, fornendo indirizzi dei loro domicili o residenze, presso i quali far recapitare la documentazione delle compagnie assicurative.

I fatti vanno dal 2013 al 2017. Il poliziotto, Domenico Vastola, è accusato anche di accesso abusivo a sistema informatico.

Per cinque anni, in servizio presso l’ufficio Prevenzione della Questura di Milano e presso il commissariato di Quarto Oggiaro, avrebbe raccolto dati e informazioni su veicoli e persone attraverso la banca dati Sdi del Ministro degli Interni, usando le proprie credenziali. Le accuse contestate ai singoli indagati e a chi avrebbe avuto ruolo marginali sono diverse: falsità ideologica in certificati, sostituzione di persona e danneggiamento fraudolento. Tra i coinvolti anche un avvocato, un infermiere dell’Agro nocerino ed un medico, quest’ultimo deceduto e in servizio sempre nel salernitano. Ogni singolo capo d’imputazione racconta come avrebbe funzionato il «sistema», il cui promotore sarebbe risultato essere proprio il poliziotto.

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