Fecondazione in vitro con ovociti congelati, Rosamaria mamma a 39 anni dopo due tumori al seno

«La mia storia è la più evidente testimonianza che dai momenti bui possono nascere le gioie più grandi e che dopo la tempesta ci sarà sempre il sereno»

Rosamaria Carleo con Raffaele Petta
Rosamaria Carleo con Raffaele Petta
di Ivana Infantino
Sabato 3 Dicembre 2022, 14:18 - Ultimo agg. 4 Dicembre, 09:35
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Di sicuro c’è che aveva perso ogni speranza di essere mamma, per via di quel terribile male che si era ripresentato dopo dieci anni. Per Rosamaria Carleo la maternità è stata molto di più di un percorso a ostacoli, fra lunghe attese, aspettative deluse, sogni infranti. Tanto da arrivare a non crederci più. E, invece, alla fine, quando aveva dato tutto per perso, mette al mondo la sua piccola, a 39 anni, sfidando ogni pronostico. Mamma dopo essere stata operata due volte per un tumore al seno, grazie alla fecondazione in vitro con ovociti congelati.

«La mia storia è la più evidente testimonianza che dai momenti bui possono nascere le gioie più grandi e che dopo la tempesta ci sarà sempre il sereno», racconta emozionata. 

Quest’anno sarà il primo Natale per la sua piccola Francesca, il più bel regalo per mamma Rosamaria e papà Gerardo che dopo anni di attese coronano il sogno di avere un figlio. L’odissea della 39enne salernitana inizia all’età di 19 anni quando le fu diagnosticato un tumore al seno, subito asportato. All’età di 31 anni, però, Rosamaria ripiomba nello stesso incubo perché quella terribile malattia si ripresentò obbligandola a sottoporti ad un nuovo intervento chirurgico. Dovendo essere sottoposta a chemioterapia le viene consigliato di congelare gli ovociti in previsione di una futura gravidanza. Cosa che fece nella speranza di superare presto quel terribile momento. Con Rosamaria che ce la fa, vuole essere mamma e ci prova. Seguono però otto lunghi anni di ripetuti tentativi che non producono nessun risultato. Ma alla fine, quando, quasi 40enne, aveva perso ormai ogni speranza, avvia un nuovo percorso di fecondazione, assistita dal ginecologo Raffaele Petta, fra i massimi esperti del settore, utilizzando gli ovociti precedentemente congelati. 

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La gravidanza, come spiega, è stata seguita meticolosamente con controlli ravvicinati, ecografie ripetute e valutazione del benessere fetale con flussimetrie, cardiotocografie e profili biofisici fetali. Arrivata alla 38esima settimana di gestazione, in considerazione della impossibilità di eseguire il parto spontaneo (per la presenza di displasia congenita dell’anca), Rosamaria, operata dalla dottoressa Annamaria Malzoni, coadiuvata da Petta con l’ostetrica Silvia Mazzeo, dà alla luce la piccola Francesca, affidata al neonatologo Giuseppe Vassallo.

Una storia di speranza, mai sopita, con Rosamaria che, a tutte alle prese con simili difficoltà, dice: «non bisogna mai disperare ed avere piena fiducia nei progressi della scienza affidandosi a professionisti competenti». 

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