Gerardo Sellitto resta in carcere. Lo ha deciso il Gip di Nocera Inferiore, Giovanni Pipola, nel convalidare il fermo della Procura e la misura custodiale per il 56enne di Mercato San Severino, indagato per l'omicidio di Carmela Quaranta, 42enne, sua ex fidanzata. Ieri mattina l'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. È assistito dal legale Carmine Guadagno. Nella valutazione del giudice vi è la piena condivisione del lavoro coordinato dal sostituto procuratore, Viviana Vessa, svolto sul campo dai carabinieri del nucleo operativo agli ordini del capitano Massimo Avallone.
Non solo gli arresti domiciliari sono ritenuti «inidonei», vista la potenziale reiterazione di reato, in quanto Sellitto è ritenuto «soggetto pericoloso». Ma vi è anche un concreto pericolo di fuga. Nei giorni successivi al delitto, infatti, il 56enne ragionava con l'amico (indagato a piede libero) dei luoghi dove poter scappare e delle modalità su come raggiungerli. A rafforzare l'ipotesi di una fuga vi è un ulteriore messaggio captato dagli inquirenti, che Sellitto scambia con N.G. , il 38enne indagato per omicidio in concorso. «Fai il possibile per non farmi andare la dentro» gli scrive Sellitto. Questo dato dimostra, per il Gip, la legittimità del fermo del Pm, così come la sua convalida. Stando all'inchiesta, Carmela Quaranta viene uccisa tra il 18 e il 19 aprile scorso, intorno a mezzanotte, nel suo appartamento in via Trieste.
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In casa c'erano almeno due persone. Il secondo soggetto è ancora ignoto, a differenza di Sellitto, la cui macchina viene localizzata con il Gps in una traversa attigua alla strada dove ha il domicilio la vittima. L'inchiesta è in piena evoluzione, con i carabinieri pronti a chiudere il cerchio su delitto. Sellitto avrebbe aperto la porta di casa di Carmela con una copia delle chiavi in suo possesso (l'appartamento era co-intestato) per poi strangolarla con una corda. Il suo corpo sarà trovato la sera di Pasqua, da vigili del fuoco e carabinieri, allertati da un'amica e dalla sorella della 42enne, che non avevano avuto più sue notizie da giorni. In casa della donna manca il cellulare, sul quale vi sarebbero elementi importanti per chiarire il movente del delitto. L'accusa di furto viene contestata sia a Sellitto che all'amico. Il 56enne viene sentito due volte dai carabinieri nelle ore successive alla scoperta del cadavere, sul quale il medico legale aveva raccomandato l'autopsia.
I segni presenti sul corpo della donna - lividi al collo - fanno pensare ad una morte per strangolamento, così come sarà confermato dalla relazione preliminare che seguirà l'esame autoptico. Con il prosieguo delle indagini emergono, tuttavia, bugie e incongruenze nel racconto dell'uomo. Oltre al Gps, il 56enne viene inchiodato da tabulati telefonici e intercettazioni. Nel frattempo lui tenta di allontanare i sospetti da se in vari modi, come allertare le figlie di Carmela sul "silenzio" della madre. Eppure, il traffico telefonico del cellulare della vittima smentisce una sua dichiarazione ai carabinieri. Da una telecamera, poi, emergono due sagome - non identificate - muoversi verso casa della vittima, per poi tornare indietro dopo circa 30 minuti. Nella stessa sera in cui l'auto dell'indagato è parcheggiata poco distante. Da testimonianze, ancora, viene fuori che Carmela avesse paura di Sellitto e del suo amico.
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Spunta anche un'aggressione subita dalla vittima, giorni prima dei fatti, da due persone ignote. Il movente resta nell'ombra: tra le ipotesi vi è quella che Carmela fosse a conoscenza di "giri illeciti" nei quali sarebbe stato coinvolto l'ex compagno. Si ipotizzano anche dei debiti. L'inchiesta attende di registrare i risultati dei Ris su quanto repertato e sequestrato in casa della donna.