Feto morto per soffocamento,
le perizie «scagionano» i medici

Feto morto per soffocamento, le perizie «scagionano» i medici
di Carmela Santi
Mercoledì 2 Settembre 2020, 06:45 - Ultimo agg. 08:07
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La morte arrivò per soffocamento causato dal cordone ombelicale. È il contenuto della perizia medico-legale eseguita dai dottori Adamo Maiese e Giuseppe De Masellis, sul feto nato morto lo scorso 22 febbraio nell’Istituto Clinico Mediterraneo di Agropoli. I consulenti tecnici della Procura di Vallo, nel documento depositato, hanno confermato che il bimbo è deceduto soffocato dal cordone ombelicale. Stando alla perizia si è trattato di «morte intrauterina alla 38esima settimana, riconducibile a sofferenza anossica determinata dalla presenza di un nodo vero del cordone accertato isolgicamente». 

Una condizione che ha portato al rapido decesso del feto, avvenuto già prima del ricovero in ospedale della partoriente, pertanto non poteva essere evitato dai sanitari della clinica privata. La famiglia, residente a Pisciotta, aveva presentato querela contro il ginecologo, che aveva avuto in cura la partoriente, difeso dall’avvocato Marco Nigro, per comprendere se vi fossero state responsabilità da parte dei sanitari. «A prescindere dalle considerazioni medico-legali, quanto accaduto resta una tragedia, che va trattata con delicatezza nel rispetto dei soggetti coinvolti e nella veridicità dei fatti - il commento dell’avvocato Nigro - i consulenti del pm, accogliendo in pieno le argomentazioni difensive, hanno affermato che trattasi di una tragedia imprevedibile, inevitabile e non diagnosticabile». Il 22 febbraio la partoriente di 25 anni, da Pisciotta si era recata in clinica per un controllo. Considerata la pressione sanguigna alta della donna il ginecologo, che l’aveva seguita per tutta la gravidanza, decise di anticipare il parto cesareo per evitare complicazioni. 

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