Rivuole la figlia data in affido,
i giudici: «No, l'ha abbandonata»

Rivuole la figlia data in affido, i giudici: «No, l'ha abbandonata»
di Viviana De Vita
Martedì 20 Marzo 2018, 14:50 - Ultimo agg. 15:04
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Era rimasta sola, senza compagno e senza un soldo, con una bambina della quale non riusciva ad occuparsi. Spinta dalla disperazione si rivolse ai servizi sociali ai quali affidò quell’unica figlia sperando di poterle dare così un futuro migliore. Oggi ha un compagno con un lavoro stabile ma, il tribunale per i minori, ha dichiarato la ragazzina, che ha ormai 10 anni, adottabile e le ha già assegnato una nuova famiglia respingendo, sia in primo grado che in Appello, il ricorso presentato dalla madre rappresentata dall’avvocato Giuseppe Denami. A parere dei giudici, che per ben due volte, hanno respinto l’istanza della donna, quella scelta di lasciare la bimba in comunità «fu un atto di abbandono», «determinato da una condotta genitoriale gravemente caratterizzata da profonde carenze affettive, di cura, di attenzione e di ascolto, non compensabili da alcuna tardiva resipiscenza» e tali da «pregiudicare definitivamente la relazione genitore – figlio». Diversa la tesi portata avanti dal legale della donna secondo cui quella scelta «non fu un atto di abbandono ma un gesto estremo di disperazione e di amore», fatto dalla madre al fine di «non far vivere alla figlia le gravi difficoltà economiche che, in quel momento stava attraversando, con la consapevolezza di poter superare in breve tempo la situazione e di poter riportare a casa la bambina». La madre, disperata, non vuole arrendersi e spera ancora che non sia scritta l’ultima parola pensando di ricorrere in Cassazione.
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