Finto poliziotto rapina un automobilista:
quattro anni e dieci mesi di carcere

Finto poliziotto rapina un automobilista: quattro anni e dieci mesi di carcere
di Nicola Sorrentino
Mercoledì 19 Maggio 2021, 06:05
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Si era finto poliziotto, per poi riuscire a rapinare un automobilista, insieme a due complici mai identificati, in autostrada, all’altezza di Nocera Inferiore. Era il 17 novembre scorso. Per quei fatti, Gennaro Mirra, quarantasettenne napoletano, è stato condannato a quattro anni e dieci mesi di carcere. La sentenza è stata decisa dal giudice per l’udienza preliminare due giorni fa, in abbreviato, presso il tribunale di Nocera Inferiore.



Stando alle accuse, il quarantesettenne viaggiava su di un’auto con targhe artefatte artigianalmente. Ad un tratto, nel fingersi un agente di polizia, aveva mosso una finta palina di servizio per far accostare un’auto. A quel punto, insieme agli altri due individui, fece uscire con forza l’automobilista dall’abitacolo, facendolo poi finire in una scarpata che fiancheggiava lo svincolo autostradale. Entrato in auto, si impossessò di quattro casse di tabacchi per un valore di settemila e cinquecento euro, di un telefono cellulare Hawei, del portafoglio dell’automobilista con dentro duecentocinquanta euro in contanti e di due carte di credito e documenti della persona offesa. L’imputato rispondeva anche di essersi finto appartenente alle forze dell’ordine, nell’esercizio delle proprie funzioni, facendo così accostare in tal modo, in autostrada, la vittima. Quest’ultimo, residente a Nocera Inferiore. Ad indagare sull’accaduto fu la polizia stradale di Caserta, dopo la denuncia dell’automobilista. Il quarantesettenne fu poi arrestato e trasferito al regime dei domiciliari così come decise il gip del tribunale di Nocera Inferiore.

L’inchiesta fu condotta dal sostituto procuratore Angelo Rubano. Due giorni fa, l’uomo ha deciso in accordo con il suo difensore di essere giudicato con il rito abbreviato, dinanzi al gup, che al termine dell’udienza preliminare lo ha condannato a quattro anni e dieci mesi di reclusione scrivendo la parola fine alla vicenda.

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