Carenze di personale e disfunzioni al tribunale, è andato in scena ieri mattina il flash mob di protesta degli avvocati, che hanno marciato simbolicamente all’interno della cittadella giudiziaria, partendo dalla sezione penale e arrivando a quella civile. L’iniziativa dell’Ordine segue l’astensione di otto giorni, proclamata una settimana fa, da tutte le udienze. Il corteo ha interessato circa 40 legali, supportati dalla presenza di buona parte dei sindaci del circondario, allo scopo di sensibilizzare ad intervenire sulle problematiche che interessano i vari settori della cittadella giudiziaria.
La lista è quella che puntualmente viene fatta da anni, che riguarda in particolare la sezione civile e giudice di pace, senza dimenticare il penale: sentenze pubblicate con ritardi di otto mesi, riduzione degli orari, rinvii delle udienze fino al 2025, ritardi nel trattare provvedimenti d’urgenza e carenza di personale. Circostanza, quest’ultima, che determina anche l’impossibilità di svolgere adempimenti nei giorni d’udienza e il blocco delle pratiche di liquidazione del gratuito patrocinio. Non mancano le voci di dissenso: da chi pretendeva iniziative maggiormente incisive a chi invece chiede: «Dove sono i magistrati? Perché non partecipano alla protesta?». «Noi, come avvocati - ha detto Guido Casalino, presidente dell’Ordine - stiamo facendo ciò che è nelle nostre possibilità per sensibilizzare interventi concreti sulle problematiche e disfunzioni del circondario. Abbiamo chiesto anche il supporto delle istituzioni politiche. Le criticità le subiamo noi per primi, poi si ripercuotono sui cittadini. Parliamo di legalità e riforme, ma sono chiacchiere inutili perchè la realtà è che i presidi di legalità non funzionano. La giustizia è lenta e i cittadini, inevitabilmente, si sentono abbandonati».
Qualche risposta potrebbe arrivare dallo scorrimento di graduatorie a settembre, come emerso in un convegno a Cava giorni fa. Intanto, fioccano nuove interrogazioni al Parlamento sulle carenze del tribunale.