Fondazione Ravello, il pasticciaccio brutto:
manca la nomina del nuovo presidente

Fondazione Ravello, il pasticciaccio brutto: manca la nomina del nuovo presidente
Fondazione Ravello, il pasticciaccio brutto: manca la nomina del ​nuovo presidente
di Maria Pirro
Venerdì 23 Aprile 2021, 09:37 - Ultimo agg. 24 Aprile, 09:33
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Buona la prima. Anzi, no. Esce di scena Francesco Maria Perrotta, nuovo presidente della Fondazione Ravello solo sulla carta intestata del Festival tra i più antichi e prestigiosi. E solo per 48 ore: il 14 aprile scorso indicato in un comunicato stampa, ma il successivo venerdì il governatore Vincenzo De Luca impugna la bacchetta, e fa cancellare quella nota, ormai stonata. Quindi, l'imbarazzante silenzio delle parti. Fino a ieri, quando si compie l'ultimo, annunciato, atto. Con l'addio definitivo. Questa volta è la Regione che interviene direttamente, con un suo documento ufficiale, ringraziando il 53enne calabrese per «la disponibilità manifestata», ma scrivendo tra le righe che non vuole più nominarlo. «Non per motivi inerenti al suo profilo personale, di grande spessore professionale», è la precisazione che non chiarisce l'intermezzo. Cos'è accaduto, visto che proprio da Palazzo Santa Lucia era stato disposto l'avvio della procedura? Quali dissonanze hanno portato a questo? Per l'indicazione, che spetta a De Luca, occorre il parere del sindaco di Ravello, che dice non essersi espresso direttamente nel merito, ma rivela un retroscena. 

«Ho incontrato il dottore Perrotta una sola volta in una riunione via Skype, assieme ai vertici della Fondazione, ma senza il presidente, e lui non mi ha chiamato, quando è stato a Villa Rufolo». Ed è proprio la visita al centro del mistero. Idee fin troppo chiare, espresse anche nel programma, hanno influito? «Non ho elementi sufficienti per dire nulla. Ora», commenta Perrotta. Lo stesso comunicato sul suo incarico, dato per ufficiale e diramato dall'ufficio stampa di Ravello, continua a scatenare distinguo: «Né io né il direttore Maurizio Pierantonio ne eravamo a conoscenza», chiarisce Almerina Bove, da febbraio 2020 commissario della Fondazione, che ribadisce, nel contempo, «l'ottima valutazione per il curriculum» di Perrotta, da nove anni alla guida di ItaliaFestival.

E, sul sito di questa associazione creata nel 1987 in seno all'Agis, c'è ancora una pagina web che parla della svolta. 

Rimangiata la nomina, non ci sono altre procedure di verifica avviate dagli uffici, al momento, ma, con tono burocratico, si annunciano «ulteriori approfondimenti e valutazioni» da parte delle amministrazioni interessate. E cioè, tra de Luca e il sindaco: il faccia a faccia già oggi o al massimo domani, a margine dell'inaugurazione della strada statale ripristinata in Costiera amalfitana. «Siamo al traguardo, dobbiamo decidere», afferma Di Martino, ricordando che la scadenza per le scelte è fissata per il 30 aprile. E il primo cittadino è pronto a esercitare i poteri che lo statuto della Fondazione gli attribuisce: «Mi spetta di diritto voce in capitolo», dice. 
Con il passare dei giorni, però, avanza l'ipotesi che lo stesso stimato funzionario di Palazzo Santa Lucia, Bove, possa restare in proroga.

«Non sarebbe un male alla luce dei risultati ottenuti, e poi a ottobre si vota per le amministrative», aggiunge il primo cittadino, a proposito degli equilibri politici. Del programma del Festival, ispirato a Wagner e arricchito dalle celebrazioni per il centenario di Enrico Caruso, una bozza è già al ministero della Cultura: trasmessa entro il termine di oggi, in modo da accedere ai contributi del Fondo dello spettacolo. A elaborarla Alessio Vlad, il direttore artistico, figlio di quel Roman a cui il festival deve tanto: anche quest'incarico (scaduto a fine gennaio) potrebbe essere prorogato. Alternative? Servirebbe un nuovo bando e il tempo stringe.

Sul fronte del presidente, del posto che Perrotta non avrà, insomma, un profilo al vaglio, non da oggi, è quello dello scrittore Antonio Scurati, per la sua esperienza di manager. Ma, questa volta, è il sindaco che prende la parola: «Gli ho dato io la cittadinanza onoraria e l'ho visto ultimamente, ma ritengo occorra un professionista più distante dalla realtà di Ravello». Così rilancia: «Sarebbe bello affidare questo ruolo a una donna...».

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