Fonderie cittadine, ecco la mappa:
non solo Pisano, ne sono 1.038

Fonderie cittadine, ecco la mappa: non solo Pisano, ne sono 1.038
di Giovanna Di Giorgio
Domenica 10 Marzo 2019, 14:00
3 Minuti di Lettura
Il nodo da sciogliere resta sempre lo stesso: un sito idoneo a ospitare le nuove Fonderie Pisano. O, meglio, un sito che non provochi l'opposizione delle popolazioni residenti. Perché un progetto c'è e domani mattina sarà presentato presso la sede di Confindustria Salerno. E, negli ultimi anni, i propositi di delocalizzazione non sono mancati. Ma da Giffoni Valle Piana a Buccino passando per Campagna, gli imprenditori di Fratte hanno sempre trovato barriere. Il timore è che possa ripetersi altrove l'esperienza di via dei Greci, con una popolazione da anni in lotta contro la permanenza dello stabilimento in un'area ormai urbanizzata. L'obiettivo, dunque, è far comprendere che il nuovo impianto sarà completamente diverso dall'esistente. E per questo i Pisano hanno chiamato in causa Assofond, l'associazione italiana fonderie. Come ha dichiarato a Il Mattino Gualtiero Corelli, responsabile tecnico prodotto, ambiente, salute e sicurezza di Assofond, un paragone tra lo stabilimento di Fratte, risalente agli anni '60, e uno stabilimento pensato a ridosso del 2020 non sarebbe neanche possibile, perché sarebbe «come paragonare una Balilla a una moderna auto della Fiat». Lo sanno bene i cittadini della Valle dell'Irno, che proprio per questo si battono contro il vecchio stabilimento. Ma l'obiettivo, ora, è rassicurare gli abitanti dei territori in cui il nuovo impianto potrebbe sorgere. Come? Non solo illustrando i dettagli del progetto, ma anche attraverso il primo «Rapporto di sostenibilità» dell'industria di fonderia italiana realizzato da Assofond nel 2017.
 
Ebbene, secondo tale rapporto, in Italia ci sono 1038 fonderie (176 di metalli ferrosi e 862 di metalli non ferrosi), con lo Stivale al secondo posto nel ranking europeo e al decimo in quello mondiale. In tutto, sono 28mila gli occupati nell'industria di fonderia in Italia, il 96% assunti con contratto a tempo indeterminato, il 58% di età compresa fra i 30 e i 49 anni. 10,9%, infine, è il tasso di femminilizzazione. 2,2 sarebbero, inoltre, i milioni di tonnellate di getti prodotti per una performance economica pari e 7 miliardi di euro di fatturato, il 64% del quale derivante dall'export. Quanto ai mercati di destinazione, per i getti in ghisa il 48% è destinato alla meccanica, il 34% ai mezzi di trasporto, il 7% all'edilizia e il 3% alla siderurgia. Per i getti in acciaio la destinazione cambia: industria estrattiva 22%, edilizia 18%, meccanica 15%, automotive 5%. Infine, i getti in metalli non ferrosi sono destinati per lo più (56%) ai mezzi di trasporto. A sorprendere è quella che il rapporto chiama «performance ambientale». Secondo tale performance, 75% è la percentuale di materiali di recupero nella carica dei forni fusori elettrici; -26,6% la riduzione dei rifiuti per tonnellata di getti prodotti fra il 2013 e il 2015; - 65% la riduzione delle emissioni di polveri fra il 2003 e il 2015. Altro dato che emerge dal report è il divario netto tra Nord e Sud: il 58% delle fonderie è concentrato a Nord Ovest, e solo il 4% nel Mezzogiorno. 21, infine, sono le fonderie presenti in Campania, una manciata nella provincia di Salerno.

A iniziare proprio dalle Fonderie Pisano di via dei Greci. Che, seppur tra una chiusura e l'altra, continuano a produrre. Sempre a Salerno, in via Cupa Siglia, sorge lo stabilimento della Ex Fonditori di Salerno. Oggi ribattezzata Fonderia di Salerno, dal dicembre del 2014 l'attività è stata rilevata dai Pisano. Attrezzata, a differenza della fonderia di Fratte, per la formatura a mano di getti medio-grandi. Un'altra fonderia, anch'essa di lunga tradizione, è la Fonderia Torelli di Battipaglia: realizza prodotti in ghisa su misura e in serie. A Nocera Inferiore, poi, c'è la Fonderia Sapere: oltre a fusioni in ghisa, realizza fusioni in bronzo, alluminio, e ottone creando arredi urbani o da giardino.
© RIPRODUZIONE RISERVATA