Fonderie Pisano di Salerno, pioggia
di assoluzioni: «Il fatto non sussiste»

Fonderie Pisano di Salerno, pioggia di assoluzioni: «Il fatto non sussiste»
di Viviana De Vita
Sabato 7 Novembre 2020, 06:55 - Ultimo agg. 09:35
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Erano stati gli stessi pubblici ministeri, nel corso della requisitoria, ad affermare di «non aver trovato prova che l’attività delle Fonderie ledesse la pubblica incolumità». Si chiude con una raffica di assoluzioni, perché il fatto non costituisce reato e perché il fatto non sussiste, l’inchiesta della Procura sulle Fonderie Pisano, lo storico impianto produttivo di via dei Greci a Fratte da decenni al centro di una guerra aperta dai residenti e dalle associazioni ambientaliste e culminata il 26 giugno 2016 quando il capo della Procura emise un provvedimento d’urgenza per chiudere l’opificio sequestrato e poi dissequestrato. 

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IL PROVVEDIMENTO
La sentenza è arrivata ieri mattina quando il gup del tribunale di Salerno Maria Zambrano, all’esito del rito con il giudizio abbreviato, ha assolto perché il fatto non sussiste i consiglieri del Cda Guido, Renato e Ugo Pisano, e il direttore tecnico Ciro Pisano – assistiti tutti dall’avvocato Guglielmo Scarlato – finiti sotto accusa per i reati di scarico di acque reflue inquinanti, gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi, emissioni nocive in atmosfera, danneggiamento di beni pubblici, gettito di cose idonee a molestare le persone, violazione della normativa antincendio e della sicurezza dei luoghi di lavoro. Assolti anche l’ingegnere Luca Fossati che preparò le procedure per presentare la richiesta dell’Aia e l’ingegnere Antonio Setaro che, in qualità di dirigente regionale, rilasciò alle fonderie l’Aia nel 2012. Assistiti dagli avvocati Erminio Cioffi Squitieri, Matteo Pagani e Vera Cantoni, gli ingegneri Fossati e Setaro sono stati assolti dai reati di abuso d’ufficio e falsità ideologica in atti pubblici loro contestati.

La sentenza esclude, inoltre, la responsabilità amministrativa delle Fonderie Pisano per tutti gli illeciti amministrativi contestati perché il fatto non sussiste. 


LA SANZIONE
Otto i capi di imputazione cancellati quindi dal gup che ha condannato gli imputati, ma non le Fonderie, esclusivamente ad una contravvenzione pari ad 11mila euro per l’accusa di gestione illecita di rifiuti non pericolosi derubricando la più pesante originaria contestazione di smaltimento illecito di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi.

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