Fonderie, riesplode la guerra «Tossicità anche nei capelli» I Pisano: basta diffamazioni

Nuova denuncia del Comitato. L'azienda: la magistratura ci ha sempre assolto

Le fonderie Pisano
Le fonderie Pisano
di Giovanna Di Giorgio
Domenica 22 Gennaio 2023, 09:27 - Ultimo agg. 18:33
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Una nuova denuncia-querela presentata il 28 dicembre da dieci cittadini salernitani, tra i quali il presidente dell'associazione Salute e vita, Lorenzo Forte, e l'ex dipendente delle Fonderie Pisano Giovanni Landi. Tra i firmatari anche Anna Risi, madre di Antonella, scomparsa a 19 anni per una leucemia mieloide acuta, e Massimo Calce, reduce da un neurinoma dei nervi cranici. A presentarla, ieri mattina, le associazioni Salute e vita e Medicina democratica. Che però, ripercorrendo ancora una volta la vicenda relativa allo studio di biomonitoraggio ambientale Spes, provocano la reazione degli imprenditori di Fratte. Che, con il presidente Guido Pisano, preannunciano «iniziative legali a tutela dell'immagine delle Fonderie verso tutti i soggetti diffamanti».

L'excursus relativo allo Spes e ai risultati emersi serve ai membri del comitato per annunciare la nuova denuncia. In sostanza, diversi cittadini hanno effettuato il test del mineralogramma, valutazione su un campione di capelli che consente di rilevare accumuli di metalli tossici. Lo studio «ha confermato il quadro allarmante già certificato, anni prima, dall'Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno», spiega Forte. Sui risultati del mineralogramma il comitato ha chiesto una relazione al professore Antonio Marfella, dirigente medico presso l'Istituto Pascale e presidente di Medici per l'ambiente di Napoli. Il medico parla della zona di Fratte interessata dalla presenza dell'opificio come di un territorio «dove, in alcuni casi, e non sappiamo con quale gravità di danno alla salute pubblica, siamo arrivati a livelli di tossicità sub-acuta». A rincarare la dose è Paolo Fierro, vicepresidente di Medicina democratica: «Gli stessi metalli pesanti rilevati nel sangue dei volontari dello Spes, nel 2017, sono presenti nei capelli, in quantità eccessiva, nel 2022, negli stessi soggetti. Parliamo di mercurio, arsenico, cadmio, metalli che producono malattie gravissime, neoplasie, danni allo sviluppo». Da qui la conclusione di Forte: «Con questa denuncia abbiamo voluto mettere in evidenza che nulla è cambiato da quando c'è stato il dissequestro nel 2017. La giustizia afferma - è spesso lenta e la verità giudiziaria non sempre riesce a dimostrare quello che sulla nostra pelle subiamo tutti i giorni».
 

Ai Pisano non piace che il comitato continui a chiamare in causa lo Spes. «Siamo costretti a constatare che, nonostante numerosi provvedimenti della magistratura che smentiscono tutti i fatti segnalati e divulgati dal comitato Salute e vita, viene riproposta una narrazione che finge di ignorare come non risulti minimamente agli atti alcuna delle ipotesi e delle tesi evidentemente sostenute non in omaggio alla verità ma con l'unico obiettivo di diffamare le Fonderie Pisano e coinvolgere nell'allarme suscitato il maggior numero di esponenti della popolazione», scrive Guido Pisano.

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E, «nel preannunciare iniziative legali a tutela dell'immagine delle Fonderie verso tutti i soggetti diffamanti» e «per ristabilire un clima di auspicabile civiltà relazionale», ricorda che «l'autorità giudiziaria si è già pronunciata, in diverse sedi, con esito favorevole alle fonderie». Il riferimento riportato è la pronuncia, tre mesi fa, del Consiglio di Stato, sezione Quarta-Roma, che «ha pronunciato la sentenza con la quale si respinge il ricorso proposto da Salute e vita, che aveva impugnato la sentenza del Tar (sezione di Salerno) che non ha annullato, come richiesto, il decreto della Regione Campania con cui si approva, invece, il progetto di riesame e di adeguamento dell'Aia rilasciata alle Fonderie Pisano». Gli imprenditori evidenziano che Palazzo Spada «ha specificato che dallo studio Spes acquisito dal Tar, non si ricava una specifica attribuzione dei livelli di contaminazione presenti nella Valle dell'Irno e il conseguente rischio di esposizione all'attività della fonderia». I Pisano ricordano anche che in sede giudiziale «gli amministratori della fonderia sono sempre stati assolti dalle imputazioni relative a reati ambientali».
 

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