Quaranta giorni di carcere. Ovviamente, pena sospesa. È quanto disposto nella giornata di ieri dal gip del tribunale di Salerno, Piero Indinnimeo, a carico di un cittadino di Eboli segnalato all’autorità giudiziaria perché alle ultime elezioni amministrative del suo Comune aveva introdotto il cellulare nella cabina elettorale per fotografare la scheda e, quindi, la croce messa sul simbolo e il nome del candidato votato.
Dall’esterno, il presidente del seggio aveva sentito il clic della macchina fotografica e aveva chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Il capo di imputazione era molto semplice: l’uomo è stato accusato di aver introdotto un dispositivo elettronico non autorizzato nella cabina elettorale. E per questo è finito a giudizio ed ha patteggiato la pena. Difatti, dinanzi all’evidenza dei fatti, non ha potuto che ammettere la propria colpa sperando (forse) nella clemenza delle persone che lo avevano acciuffato.
Ma così non è stato: visto il clima anche abbastanza caldo di quella tornata elettorale, l’uomo è stato segnalato all’autorità giudiziaria e, al termine delle indagini della procura, è stata chiesto il processo. Lui ha preferito il rito alternativo. Resta però la curiosità sul voto espresso e a favore di chi perchè è stata contestata soltanto l’introduzione dell’apparecchio in cabina.
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