Frana Sarno, il Comune rischia il crac
per pagare le vittime dell'alluvione del 1998

Frana Sarno, il Comune rischia il crac per pagare le vittime dell'alluvione del 1998
di Adolfo Pappalardo
Domenica 14 Novembre 2021, 08:00 - Ultimo agg. 15 Novembre, 18:52
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Nel disastro generale dei comuni italiani piegati in ginocchio per deficit, uno si ritrova stretto in una morsa paradossale e kafkiana. Attaccato come è, quasi ogni giorno che Dio manda in terra, da pignoramenti, atti di citazione e ricorsi per l'ottemperanza dei pagamenti. Da cittadini ma anche dallo Stato che ha scatenato l'ultimo contenzioso. È il caso, assurdo, di Sarno il primo e unico municipio in Italia, a cui sono addossati i risarcimenti degli eredi delle 137 vittime dell'alluvione dell'8 maggio del 1998. Con un conto di decine e decine di milioni di euro che, ancora oggi, è impossibile da quantificare con precisione. Basta solo pensare che ad oggi ci sono già 49 sentenze/ordinanze esecutive e 80 giudizi ancora pendenti. «La somma che il Comune dovrebbe avere in cassa dovrebbe essere pari a svariati milioni di euro non computabili alla data di oggi», ha messo nero su bianco l'ufficio legale del Comune facendo presente come le cifre richieste, per ogni vittima da ciascun familiare, «partono da centomila euro per arrivare ad un milione mentre le liquidazioni da un minimo di 250 mila a 500mila euro». Oltre a spese legali, interessi e rivalutazioni dal 1998. Moltiplicate tutto per 137 e si arriva ad una cifra monstre che nemmeno un capoluogo di Regione potrebbe mai pagare. «L'unica salvezza è un emendamento salva Comune di Sarno alla legge di Bilancio 2022 per chiedere un intervento normativo che possa salvaguardare il destino delle casse municipali», spiega ieri la parlamentare grillina Virginia Villani che ha firmato già un paio di emendamenti sul caso e segue la vicenda con la viceministra all'Economia Castelli.

Possibile? Possibile sì se la Cassazione nel 2013 ha ritenuto il sindaco di allora, Gerardo Basile, responsabile di quelle morti in sede penale e, in sede civile, anche la presidenza del Consiglio, il Viminale, il comune di Sarno e lo stesso ex sindaco.

Provvisionale stabilita: 30mila euro per ciascun familiare (oltre le spese legali) che il Municipio salernitano ha pagato perché attaccato da vari pignoramenti. Un conto di 6,5 milioni di euro già pagato con fondi propri e con un anticipo di liquidità della Cassa depositi e prestiti che hanno già dissanguato le finanze dell'ente. Finito? Macché, perché nel frattempo sono partiti i giudizi civili. Quanti? Ad oggi circa 140 anche se si è quasi perso il conto, per ora, tra sentenze di primo grado, appello e ricorsi in Cassazione. 

Finito? Per nulla. Perché come se non bastassero i pignoramenti dei parenti delle vittime, più che sacrosanti sia chiaro, contro il comune si sono messi anche ministero dell'Interno e presidenza del Consiglio dei ministri....

Perché i legali delle parti, consapevoli delle casse in rosso del comune, si sono rivolti allo Stato che anticipa. Che, però, un minuto fa causa contro Sarno per farsi rimborsare le somme elargite alle famiglie delle vittime. Nella misura del 30 per cento dopo un primo giudizio dei magistrati, mentre in un secondo è stato bocciato il cosiddetto principio del regresso. Ma attenzione perché nel frattempo l'Avvocatura dello Stato ha fatto appello chiedendo che queste somme già elargite siano addossate al Municipio per intero o, al massimo, equamente divise al 50 per cento («Quest'accanimento contro di noi ci costringe a ulteriori e ingenti spese legali perché disponiamo solo di un legale non Cassazionista», dicono dall'ente salernitano). Insomma il comune è in ginocchio sia per i risarcimenti delle famiglie delle vittime ma anche per quelli che chiede lo Stato. Che, però, a sua volta deve ora intervenire in qualche modo, aiutando il comune in dissesto.

Insomma se non è un ossimoro questo, giudicate un po' voi... 

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Anche perché nel frattempo un decreto legge del 2016 (voluto dal Pd) ha stanziato 7,5 milioni per i risarcimenti ma «è stato speso solo 1,2 milioni per 11 transazioni ma non abbiamo più notizie del residuo», scrive l'ufficio legale del comune in una relazione del luglio scorso. Di certo si sa che dal fondo il Ministero, non trovandosi con la rendicontazione dei risarcimenti, trattiene 2,5 milioni. Con un mano. Perché con l'altra ha già chiesto, con atto di citazione, 3 milioni e 32 mila euro per sette sentenze su cui pende l'appello. «Se dovessimo pagare tale importo andremmo in dissesto», dicono dal Comune. Soluzioni? Anche qui la situazione diventa più complicata ancora. «Chiedo un intervento immediato ed urgente, Sarno non merita tale trattamento dallo Stato che ha invece il compito di chiudere questa pagina di dolore», ha chiesto il sindaco democrat Giuseppe Canfora in un appello al premier Draghi e al presidente Mattarella prima della pausa estiva affinché almeno finiscano le richieste di risarcimento da Roma.

Ma, sinora, non si sono fermate.

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