Francesca Bilotti, verdetto bis:
sconto per l’autista che la uccise

Francesca Bilotti, verdetto bis: sconto per l’autista che la uccise
di Petronilla Carillo e Barbara Landi
Mercoledì 11 Gennaio 2017, 07:15 - Ultimo agg. 11:49
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Due anni di pena. Alla fine della camera di consiglio i giudici del presidente Francesco Verdoliva accolgono la richiesta del pg Renato Martuscelli e riducono la pena per Pietro Bottiglieri, l’autista della Sita (ora in pensione) che durante una manovra ha investito e ucciso la giovane studentessa Francesca Bilotti all’Università di Salerno. Era il mese di novembre del 2014. In primo grado Bottiglieri era stato condannato a sette anni, pena ridotta, avendo scelto l’abbreviato, a quattro anni e otto mesi. Il pg nell’udienza di ieri ne aveva chiesti tre che, in virtù della scelta del rito alternativo in primo grado, sono poi diventati due. I giudici non hanno riconosciuto neanche la liquidazione del danno ai genitori della giovane ragazza. Bisognerà però attendere le motivazioni per sapere se è stata accolta la tesi del pg, ovvero che ci sia un concorso di colpa anche da parte della vittima.
La famiglia della ragazza è distrutta dal dolore. Confida le sue sensazioni più intime in una lettera depositata agli atti la mamma di Francesca Bilotti, Maria Teresa. «Nella lettera che ho scritto al giudice racconto come si sente una mamma, cosa prova rispetto ad un atteggiamento di totale disinteresse – spiega la signora  – Non c’è mai stato nessun confronto con me o con mio marito. Mai uno sguardo di cedimento. Al contrario un comportamento freddo che non riesco a decifrare». Non chiama mai per nome l’autista imputato che al momento della tragedia era al volante. «In udienza, dalle ore 9 alle 16, non l’ho visto felice, ma neanche sconvolto. Invece noi non ci tranquillizzeremo mai, perché ci ha tolto tutto. Non solo ci è stata strappata nostra figlia, ma è stata tolta una sorella ad un fratello, una madre ad un figlio ed una moglie ad un marito. È cambiato tutto. Tutti gli equilibri sono crollati. Eravamo una famiglia felice, piena di amici e di progetti. Francesca era una figlia bellissima, solare, gioiosa. Non stringeva la mano, perché ti avvolgeva con un abbraccio. Ora è rimasta una casa vuota. L’errore umano è contemplato, ma una distrazione assoluta in un luogo dove ogni mattina circolano 3mila studenti no». 
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