La sfida di Dario: «Con mio fratello disabile
corro la maratona di New York»

La sfida di Dario: «Con mio fratello disabile corro la maratona di New York»
di Vita Salerno
Martedì 14 Luglio 2020, 06:50 - Ultimo agg. 07:39
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A Bellizzi ci sono due fratelli che con la loro storia di amore e di avventura hanno coinvolto migliaia di persone. Si chiamano Franco e Dario Leo e l’avventura che stanno scrivendo con fatica e passione inizia a Bellizzi e, con un po’ di fortuna, terminerà a New York nel 2021. Franco è il maggiore, ha 51 anni e dalla nascita è affetto da tetraparesi. Chi abita da queste parti sa che questo non gli ha impedito di venir su forte e sorridente, nonchè “capa tosta”, come infatti è stato soprannominato. Ama l’arte e ha realizzato più di un centinaio di quadri - erano 123 quando ha organizzato l’ultima mostra - tutti al computer, premendo con la fronte su un particolare dispositivo. 

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Quanto abbia la testa dura lo sanno fin troppo bene i suoi genitori, Vito e Lucietta. «Lei è il nostro perno - racconta Dario - senza di lei non andiamo da nessuna parte». Dario ha 37 anni, è sposato, ha un bambino che ha chiamato come suo fratello e ha deciso di realizzare uno dei più grandi sogni di Franco: «Lo porterò alla maratona di New York e spingerò la sua sedia a rotelle per 42 chilometri fino al traguardo. Correrà sulle mie gambe». La reazione di chi ha sentito a viva voce queste parole la prima volta è stata immancabilmente la stessa: un momento di pausa per riorganizzare le idee, poi l’entusiasmo e, infine, l’offerta di aiuto. Dall’idea è nato il progetto SognoAttivo e poi l’associazione. Sulla pagina Facebook, che ha quasi quattromila sostenitori, arrivano messaggi di incoraggiamento da ogni parte: cantanti, personaggi dello spettacolo, ammiratori famosi e non, vicini e lontani. In molti hanno offerto sostegno economico e aiuto professionale. Aiuti particolarmente graditi perché Dario non è un atleta, ma dovrà diventarlo entro novembre 2021 se vorrà correre i 42 km e 195 metri tra Staten Island e Central Park. 

Tutta colpa, o merito, della quarantena che per Franco è stata davvero difficile: lui è abituato ad uscire, andare al bar e vedere gente per strada. In un giorno molto duro Dario gli ha offerto un motivo per resistere: quando tutto questo sarebbe finito avrebbero fatto un viaggio, avrebbe preso l’aereo, visto la città delle città e persino corso la maratona. «È un amore smisurato nei confronti di mio fratello, ma questo non vuol dire che sia sempre rose e fiori - racconta Dario - anzi.Tra di noi litighiamo spesso, non è facile stare al fianco di Franco, è testardo e bisogna avere davvero tanta pazienza che spesso e volentieri, ammetto, io non ho! Ma il bene che gli voglio è indiscutibile; mi piace vederlo sorridere e vederlo contento, sapere che anche lui ha un progetto sul quale lavorare e che lo rende impegnato è molto importante per lui, perché gli dà la voglia di iniziare un nuovo giorno, senza noia. Per farlo stare bene farei di tutto, anche correre 42 km spingendolo». 

Appena è stato possibile, Dario ha iniziato la sua preparazione atletica: ogni giorno si allena e segue una dieta. Sveglia alle 5 del mattino, allenamenti, poi via a lavoro alle 8 e mezza. Allenatori, preparatori atletici, nutrizionisti, tutti hanno offerto volentieri il loro supporto. «Spirotiger, girotonyc, da settembre anche nuoto e allenamento in palestra - spiega Dario - è una gran fatica, ma ne sono felice». Sua moglie Veronica offre tutto l’aiuto: «Non potrei fare nulla senza il suo supporto - confida Dario - manager, segretaria, supporto psicologico. È molto pragmatica e ha doti organizzative». Sono state realizzate anche le magliette di SognoAttivo, la cui vendita serve a finanziare l’avventura di questi due fratelli. Tanti a Bellizzi e dintorni le hanno acquistate e qualcuno ha anche deciso di seguirli fino a New York per poter assistere al sogno in prima linea fino alla fine. 
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