Cavese-Gelbison, giallo del petardo:
l'uomo lo ha preso per salvare due bambini

Cavese-Gelbison, giallo del petardo: l'uomo lo ha preso per salvare due bambini
di SImona Chiariello
Martedì 5 Aprile 2022, 06:45 - Ultimo agg. 13:52
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Chi ha sparato il petardo allo stadio Simonetta Lamberti che ha reciso la mano al 40enne tifoso della Cavese? A questa domanda stanno cercando di dare una risposta gli agenti del commissariato, diretti dal vicequestore Giuseppe Fedele che hanno avviato le indagini sull’incidente, registratosi domenica pomeriggio nel corso del secondo tempo della partita Cavese-Gelbison, valevole per il girone I della serie D. Se subito dopo l’incidente, la ricostruzione appariva chiara e cioè che lo stesso uomo, colpito dal petardo, aveva acceso l’ordigno. Con il passar delle ore ha preso piede un’altra versione, quella della vittima e di alcuni testimoni, secondo la quale il 40enne avrebbe raccolto il petardo, lanciato da un altro settore, per proteggere i figli e altri bambini, presenti sugli spalti. 

A quanto si apprende la verità si scoprirà solo nei prossimi giorni quando sarà ascoltata la vittima, ma soprattutto quando saranno chiare le immagini delle telecamere a circuito fisso, in funzione allo stadio.

Due ricostruzioni differenti che porterebbero anche ad un altro tipo di conseguenze e responsabilità. Il tifoso, C.V, appartenente ad un gruppo di tifo organizzato è ora ricoverato nel reparto di chirurgia dell’ospedale San Leonardo, dove domenica gli è stata completata l’amputazione della mano sinistra. I fatti si sono consumati a metà del secondo tempo di Cavese-Gelbison quando si é udito un forte scoppio. Un uomo, un tifoso che stava assistendo alla gara in Curva Sud, è rimasto gravemente ferito alla mano. L’ambulanza, presente allo stadio, ha raggiunto il settore degli ultrà bianco blu, ma il 40enne, accompagnato da alcuni amici era già uscito dallo stadio e in strada è stato soccorso dagli agenti della polizia. Una volta al pronto soccorso, il tragico verdetto: amputazione e trasferimento al Ruggi di Salerno. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stata la stessa vittima ad accendere il petardo. Una tesi che sembrava trovare conferma anche dai primi accertamenti. Poi con il passare delle ore, é saltata fuori un’altra versione: il petardo sarebbe stato lanciato verso la Curva Sud e il 40enne lo avrebbe raccolto per allontanarlo dai suoi due figli e altri bambini. Ora saranno le indagini della polizia a ricostruire l’esatta dinamica. Saranno le immagini delle telecamere, in funzione allo stadio Simonetta Lamberti, a risolvere il giallo dell’ordigno esploso e portato all’interno dello stadio, eludendo i controlli. La ricostruzione dell’incidente di domenica pomeriggio porterà inevitabilmente a conseguenze e responsabilità per gli autori del folle gesto. «Io ero allo stadio solo per un caso mi sono spostato dal punto dove è esploso il petardo. Non si può andare a vedere una partita e perdere una mano». 

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