Nell’ultima udienza del processo Consip che lo vede imputato per rivelazione di segreto, falso e depistaggio Matteo Renzi era stato teste dell’accusa. Ora lui è ufficialmente candidato in uno schieramento - «composto da liste civiche», ci tiene a precisare - che è riferibile proprio al movimento dell’ex premier. Giampaolo Scafarto, da sabato, è nella lista Liberaldemocratici, che appoggia il candidato sindaco centrista Corrado Scarlato. Nella coalizione di Scarlato, c’è anche Scafati Viva (lista che fa riferimento ad Italia Viva, ovvero al partito di Renzi). Per l’ufficiale dei carabinieri non è la prima esperienza politica: fino a marzo 2021 è stato, difatti, assessore tecnico (con delega alla Sicurezza, all’Ambiente e alla Protezione civile) per il comune di Castellammare di Stabia. E lì ha lavorato per una giunta di centrodestra.
«Da tecnico - precisa - non mi sono candidato». Ora, invece, ha deciso di accettare la sfida elettorale e mai avrebbe pensato di trovarsi travolto dalla polemiche e dalla curiosità.
Nell’ottobre del 2019 il maggiore dei carabinieri era stato assolto dal gip da tutte le accuse - i reati erano riferiti al periodo in cui era al Nucleo operativo ecologico - assieme al suo comandante, il colonnello Alessandro Sessa (quest’ultimo accusato di solo depistaggio). Secondo la procura, Scafarto avrebbe svelato al vicedirettore del Fatto Quotidiano, Marco Lillo, il contenuto delle dichiarazioni di Luigi Marroni, ex ad di Consip, agli inquirenti di Napoli e l’iscrizione nel registro degli indagati di Tullio Del Sette, atto coperto da segreto. Inoltre avrebbe falsificato un’informativa attribuendo la frase «Renzi, l’ultima volta che l’ho incontrato» all’imprenditore Alfredo Romeo, invece che all’ex parlamentare Italo Bocchino, al tempo collaboratore di quest’ultimo. Scafarto ha sempre negato ogni falsificazione. Per la procura, invece, il suo obiettivo era tirare in ballo nell’inchiesta il padre dell’ex premier Matteo Renzi, Tiziano. Contro il provvedimento del gip, però, la procura generale ha presentato ricorso e lo ha vinto: ora il processo è in fase di dibattimento presso la Corte d’Appello di Roma.
«Ho ricevuto due proposte di candidatura - spiega Scafarto - ed ho scelto la coalizione di Corrado Scarlato perché è composta esclusivamente da liste civiche. In realtà la lista Scafati Viva avrebbe dovuto chiamarsi Scafati Azione fino a quale giorno fa, poi le cose sono cambiate». L’ufficiale ammette che, in un primo momento, si è sentito imbarazzato ma poi, avute le spiegazioni dovute, ha deciso di andare avanti motivato dalla sua volontà di lavorare per un territorio che ben consoce e al quale è rimasto legato in virtù delle sue esperienze professionali. «C’è stato un giro di telefonate tra i miei referenti e i rappresentanti provinciali e regionali di Italia Viva e si è deciso di andare avanti». Poi la stoccata: «Io non ho mai avuto pregiudizi politici, questa candidatura dimostra la mia terzietà in quell’inchiesta che seguivo e per la quale sono finito a processo».
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