Goletta Verde e fiume Sarno, si salvano soltanto le sorgenti: su sedici rilievi, solo tre sono buoni

Goletta Verde e fiume Sarno, si salvano soltanto le sorgenti: su sedici rilievi, solo tre sono buoni
Mercoledì 2 Luglio 2014, 13:32
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SARNO - Su sedici punti campionati lungo gli oltre 24 chilometri del fiume Sarno soltanto i tre prelievi effettuati alle sorgenti meritano un giudizio di “buono” o “sufficiente” mentre per tutti gli altri – man mano che ci si avvicina alla foce – il giudizio di “scarso” e “cattivo”. I risultati del monitoraggio chimico-fisico di Goletta del Sarno confermano, dunque, il grave grado di sofferenza del Bacino, dovuto ancora alla presumibile presenza di scarichi di reflui urbani e industriali per nulla o non opportunamente depurati che confluiscono direttamente nelle acque del fiume. Una situazione sostanzialmente ancora molto critica - soprattutto se si pensa che oramai è vicina la data in cui è stato fissato l’obiettivo di raggiungere uno stato di qualità dei corsi d’acqua “buono” dalla direttiva quadro sulle acque della UE (2015) – che parte dalle sorgenti, aree già sottoposte a notevoli pressioni e per alcuni parametri in sofferenza, e si dipana lungo l’intero tratto del fiume. Legambiente rinnova quindi alla Regione Campania e agli enti preposti di avviare tutte le azioni per completare al più presto l’indispensabile rete di infrastrutture depurative e avviare controlli sempre più serrati contro chi continua a scaricare abusivamente.

tra gli indicatori di qualità degli ambienti fluviali sono stati in particolare considerati il Livello di Inquinamento dai Macrodescrittori per lo stato ecologico (LIMeco) e l’Indice di Funzionalità Fluviale (IFF). Il LIMeco è stato calcolato sulla base dei parametri “ossigeno disciolto – percentuale di saturazione”, “azoto ammoniacale N-NH4”, “azoto nitrico N-NO3” e “fosforo totale” rilevati in 16 stazioni distribuite lungo il Sarno e i suoi affluenti, il Cavaiola, il Solofrana e l’Alveo Comune. Sono stati monitorati anche cromo, rame e zinco. Per l’IFF, invece, è stata utilizzata una versione della metodica, opportunamente semplificata allo scopo, rilevando sempre in chiave comparativa la funzionalità fluviale presso i 16 punti di campionamento.



Riguardo all’asta principale del Sarno, già con i campionamenti svolti in prossimità delle sue 3 principali sorgenti, Santa Maria a Foce, Mercato Palazzo e Santa Marina, si è rilevata per lo più una situazione non ottimale, con classi di qualità del LIMeco rispettivamente “Buono”, “Sufficiente” e “Sufficiente”. E’ quindi da presumere già incombano su 2 di questi tratti scarichi non depurati che ne pregiudicano la qualità.



Procedendo verso valle il punto di campionamento di Striano ha rilevato un ulteriore peggioramento con una classe di qualità del LIMeco passata a “ Scarso”. Nei successivi punti posti a valle della confluenza dell’Alveo Comune la situazione è risultata ulteriormente peggiorata con una classe di qualità del LIMeco “Cattivo” per tutti e 4 gli altri punti di campionamento rispettivamente posti a Scafati (San Pietro), Scafati (Traversa), Pompei e Castellammare di Stabia.

Passando ai tributari, per il torrente Solofrana nei 4 punti considerati posti a Montoro, Mercato S. Severino, Roccapiemonte e Nocera Inferiore si è rilevata una classe di qualità del LIMeco attestata su “Scarso”. Infine, per il Cavaiola il punto a Nocera Superiore ha riportato la classe di qualità del LIMeco “Cattivo” così come i punti sull’Alveo Comune posti a Montoro e a Mercato San Severino entrambi con classe di qualità del LIMeco “Cattivo”. Una stessa relazione dell’ARPAC sul monitoraggio delle acque superficiali del Fiume Sarno, presentata lo scorso maggio alla XII Commissione del Senato, conferma il profondo grado di sofferenza del fiume e il persistere di inquinamento da Cromo, che è stato rilevato anche dal monitoraggio di Goletta del Sarno.



Riguardo alla valutazione della funzionalità fluviale, è stata rilevata adattando e semplificando l’Indice di Funzionalità Fluviale o IFF, uno strumento in grado di consentire una valutazione dello stato di salute degli ambienti fluviali, partendo dall’assunzione che “il fiume” non è semplicemente una massa d’acqua in movimento, quanto piuttosto un “sistema ecologico fluviale”, che comprende anche le rive e le fasce ai lati. Anche in tal caso, gli esiti della valutazione hanno evidenziato una situazione decisamente critica, connessa alla presenza di profonde modificazioni della morfologia e delle componenti biologiche degli ambiti fluviali considerati. Per i 16 punti si è stabilito un giudizio di funzionalità attestatosi tra “scadente” e “pessimo”.
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