Guglielmo Belmonte torna a casa:
«Non ero lucido, volevo stare da solo»

Guglielmo Belmonte torna a casa: «Non ero lucido, volevo stare da solo»
di Monica Trotta
Venerdì 10 Settembre 2021, 06:50 - Ultimo agg. 13:44
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È tornato a casa ieri sera dopo sei giorni da quel maledetto venerdì quando sembrava essere scomparso nel nulla. Ha vagato per giorni in Costiera, è arrivato fino a Bologna viaggiando con mezzi di fortuna e con pochi spiccioli in tasca, tenendo soprattutto con il fiato sospeso la sua famiglia e tante altre persone che si sono appassionate alla sua vicenda. Guglielmo Belmonte, lo studente universitario della Luiss di 24 anni che venerdì aveva fatto perdere le sue tracce uscendo improvvisamente senza portarsi dietro niente neanche il cellulare, ha riabbracciato ieri il padre Sandro, la madre Rita, il fratello maggiore Oreste e gli amici più cari che lo aspettavano nella sua abitazione di piazza san Francesco. A convincerlo a ritornare a casa, quella casa che aveva all’improvviso abbandonato alle 18 di venerdì scorso senza salutare nessuno, è stato Enrico, un giovane incontrato a Bologna, un «angelo custode» che Guglielmo vuole assolutamente ritrovare per ringraziarlo e dirgli quanto è stato importante averlo conosciuto. 

Guglielmo come stai?
«Sto bene anche se non ho mangiato molto»

Tua madre già dalle prime foto arrivate da Bologna mercoledì ti ha visto dimagrito, sai le mamme notano subito questa cosa...
«Per rifocillarmi mi ha fatto trovare pizza rustica, parmigiana di melenzane e torta caprese, i miei piatti preferiti.

Ma a parte questi piccoli disagi è stata un’esperienza importante, mi è piaciuta, me la sono sempre cavata ed ho incontrato persone incredibili».

Ma hai capito che mezza Italia ti cercava e che i tuoi genitori erano disperati?
«Sola ora mi rendo conto e chiedo scusa a tutti per il danno arrecato, mi dispiace molto, ma non ero lucido in quel momento, non avevo voglia di stare con gli altri, avevo bisogno di pensare un po’ per i fatti miei».

Ed hai pensato di andartene senza cellulare, soldi e documenti e neanche il green pass e non farti più sentire?
«Non mi sono reso conto di quello che stavo facendo, non avevo la possibilità di guardare i social perché non avevo il telefono per cui tutti gli appelli non li ho visti. Quando sono uscito di casa venerdì avevo voglia di camminare, sono arrivato a piedi a Cetara e poi ad Erchie dove ho dormito sulla spiaggia».

E poi cos’è successo?
«Sono andato a piedi fino a Praiano e poi in autostop a Positano. Qui è successa una bellissima cosa, mi sono messo a giocare a pallone con dei bambini, ad uno di loro ho raccontato la mia storia e poi che non avevo soldi ma che volevo continuare a girare. Il bambino mi ha capito al volo e ha chiesto cinque euro alla mamma, con quei soldi ho preso l’autobus per Sorrento e da qui la circumvesuviana per Napoli, con quel poco che mi è rimasto ho mangiato».

Ma come hai fatto?
«Beh anche questa è stata una bella esperienza, facevo attenzione a compare le cose che costavano poco, ad esempio il pan carrè che costa 0,50 centesimi. Poi al supermercato mi hanno regalato qualcosa; a Bologna ho mangiato alla Caritas, sono stati gentilissimi».

E per dormire come hai fatto?
«Per due notti ho dormito in spiaggia, poi sugli autobus che circolano di notte sia a Roma che a Bologna, un’esperienza incredibile, ci sono tanti senza tetto che passano le notti così ed io mi sono confuso tra loro».

Poi sei arrivato a Bologna, prima l’incontro con tre ragazze che mercoledì hanno dato l’allarme ai carabinieri poi con quello che hai definito il tuo angelo custode. Perché questo incontro è stato decisivo?
«Ero al parco della Montagnola, mi si è avvicinato un ragazzo, si chiama Enrico. Mi aveva riconosciuto, conosceva la mia vicenda, mi ha detto che aveva dei figli ed ha immaginato cosa stessero passando i miei genitori. Forse solo allora ho riacquistato la lucidità, quella chiacchierata è stata importantissima, soprattutto con i suoi modi quell'uomo mi ha fatto ritornare alla realtà. Voglio assolutamente rincontrarlo per ringraziarlo, ho capito solo allora che costa stavano passando i miei genitori».

E poi cosa è successo?
«Qualcuno ha avvisato le forze dell'ordine, mi hanno fermato tre carabinieri anche loro molto gentili, non ho apposto resistenza. Ho riabbracciato dopo poco mio padre che nel frattempo era arrivato a Bologna, ci siamo messi in macchina e siamo tornati a Salerno in serata».

Hai visto che testimonianze hai avuto dai tuoi amici? Si sono organizzati in gruppi per cercarti, spingendosi dalla Costiera amalfitana a quella cilentana
«Non me l'aspettavo, è stata una cosa bellissima, mi ha fatto molto bene sapere di tutto questo affetto».

Cosa ti senti di dire ai tuoi genitori e a tutti quelli che sono stati in pensiero per te?
«Mi dispiace per quanto hanno sofferto, non ero lucido, ora mi sento di essere tornato nella realtà».


 

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