«Vi prego, aiutate il mio compagno massacrato di botte, in carcere». È l'appello di una donna, preoccupata per le condizioni del padre di suo figlio, il trentenne ebolitano Mauro C., detenuto fino a due giorni fa nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta ma trasferito ieri sera, nel carcere di Secondigliano. Il debito di Mauro con la giustizia è consistente e, senza tener conto di eventuali sconti di pena, dovrebbe ritornare in libertà nel 2024. Secondo la compagna, Roberta Somma, che ha sporto denuncia ai carabinieri di Eboli, Mauro si trova costantemente in pericolo di vita. Tratto in arresto e portato nel carcere di Fuorni nell'agosto del 2018, Mauro è stato trasferito in diversi istituti circondariali della Regione fino a Santa Maria Capua Vetere. Qui sono iniziate le forti preoccupazioni della famiglia.
«Una donna di cui non conosco il nome- racconta Roberta - mi ha telefonata informandomi di aver saputo che Mauro ha tentato il suicidio due volte. Così mi sono recata in carcere per il colloquio con sua madre e sua sorella, e tutte e tre abbiamo visto i segni della corda sul suo collo. Lui ha continuato a dirci di stare tranquille perché aveva parlato con il commissario Costanza che gli aveva assicurato di traferirlo in un altro padiglione. Ma lunedì scorso Mauro mi ha richiamata e mi ha raccontato di essere in isolamento, senza cibo, e che circa quindici agenti della polizia penitenziaria lo avevano picchiato. Mi ha anche detto di aver chiesto di avere cure mediche ma gliele hanno negate». Mauro ha scritto di suo pugno una lettera a Roberta in cui le chiedeva di denunciare quanto gli stesse capitando in carcere. «Cuore mio- scrive - come vedi sono il tuo amore. Perdonami per le cose che ho detto in passato. Vai dai carabinieri e denuncia tutti perché questi mi uccidono». Roberta ha fatto il primo passo ma è disperata, convinta che Mauro stia pagando a un prezzo troppo alto le sue colpe.
L'EMERGENZA
La situazione delle carceri della Campania è preoccupante come nel resto della Penisola e forse, anche di più. Dal 2000 al 2019 si sono registrati oltre mille suicidi nelle carceri della Campania, che detiene un primato che poco onora la regione. La storia raccontata da Roberta è nelle mani degli inquirenti. «Ho bisogno che qualcuno mi aiuti a salvare la vita del mio compagno- supplica Roberta- Volevo fosse trasferito in un altro carcere, lo hanno fatto ma non torno indietro. È una battaglia di giustizia e di diritti che non faccio solo per lui ma per quanti sono invisibili, senza diritti».
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«Il mio uomo picchiato in carcere»
L'appello della compagna: aiutatelo
di Laura Naimoli
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Venerdì 9 Agosto 2019, 10:44 - Ultimo agg. :
10:46
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