Il mutuo tarda ad arrivare ma la banca
anticipa gli interessi e l'azienda fallisce

Il mutuo tarda ad arrivare ma la banca anticipa gli interessi e l'azienda fallisce
di Petronilla Carillo
Domenica 17 Novembre 2019, 06:55 - Ultimo agg. 09:02
3 Minuti di Lettura
Avevano un fatturato di 80 milioni di euro ed un organico di 250 lavoratori. Una linea di credito aperta presso dodici banche ma, da un giorno all’altro, si sono ritrovati con una dichiarazione di fallimento e segnalati per importi milionari presso la Centrale rischi. Per Francesco Ruggiero e la sua famiglia l’avventura di una vita si è bloccata improvvisamente per «essersi fidati», continua a ripetere l’imprenditore, di un direttore di filiale della Unicredit. La vicenda della Vepral, la società salernitana che si occupava di verniciatura e lavorazione di alluminio con sedi a Salerno, nell’Agro e in Abruzzo, sarà ora affrontata nell’aula di un tribunale dove mercoledì prossimo inizierà il processo per usura bancaria a carico di cinque funzionari dell’istituto di credito. Si tratta di Mario Cipolla e Roberto Orsoni, che si sono alternati quali responsabili Ucbp preposti al controllo ex posto sulle liquidazioni trimestrali; Luca Pizzirani, responsabile Ubis preposto alla verifica del corretto calcolo del Teg; Elena Enrica Belli, responsabile di direzione; Nicolo Filangieri, responsabile Business support della Direzione generale: Sisto Cesarano direttore pro tempore dell’ Unicredit Spa. Ma i legali di fiducia dei Ruggiero, gli avvocati Francesca Maria D’Avino e Marco Martello, hanno presentato un’altra denuncia nei confronti dell’istituto di credito per truffa ed estorsione. Denuncia sulla quale ora è a lavoro la Procura di Salerno. 

Tutto ha inizio con l’entrata in vigore dell’accordo Basilea 2 (nel 2008) quando vengono introdotte nuove norme che prevedono, per le aziende, l’obbligo di avere una certa liquidità in cassa. 

All’imprenditore viene proposto da un piccolo istituto di credito con il quale aveva rapporti finanziari, di accedere ad un mutuo di dodici milioni e mezzo di euro per acquistare i diritti di proprietà della struttura di Celano, in Abruzzo, da Mps Leasing e di poter godere di 8 milioni e 500mila euro in contanti. Ruggiero si lascia convincere ma, quando si avviano tutte le pratiche, viene contattato da Unicredit che si propone per l’operazione mutuo e offrire maggiori garanzie. Trattandosi di un istituto molto più grande, l’imprenditore non può che accettare. Partner della Unicredit in questa operazione, diventano la Carispac e Banca Toscana. Ma le cose non vanno come dovrebbero: Banca Toscana viene assorbita da Mps che inizia a protestare per il tentativo di acquisto dell’azienda abruzzese da Mps Leasing e, nonostante Carispac avesse segnalato alla Centrale rischi l’operazione, la stessa non va in porto. Nonostante tutto Ruggiero si vede addebitare sul conto corrente Unicredit interessi di centinaia di migliaia di euro per un mutuo che non ha mai avuto. Contestualmente il mercato dell’alluminio subisce un brutto crac: il prezzo scende e l’alluminio che la Vepral aveva acquistato in Egitto ad un certo prezzo, viene svalutato, le vendite devono essere effettuate a prezzi più bassi e l’azienda va in affanno. È allora che tutte le banche gli tolgono la linea di credito e gli interessi richiesti dalla banca diventano insopportabili, di tasso usuraio, hanno ritenuto i consulenti della Procura e dell’imprenditore, tanto da convincere il gip Marilena Albarano a verificare il tutto in dibattimento.
© RIPRODUZIONE RISERVATA