Il comportamento professionale del primario di Oncologia della clinica Tortorella, Carmine Napolitano, e del suo chirurgo Marco Clemente, secondo i periti della procura di Salerno è stato «imperito e imprudente sia nella fase decisionale che in quella operativa». Un concetto che si legge in tutte le sei perizie che hanno convinto il gip Maria Zambrano ad accogliere le richieste di misure cautelari presentate dalla procura di Salerno. Anche se il magistrato, ritenendo la posizione del chirurgo Clemente secondaria rispetto a quella del primario, ha respinto per lui la richiesta di arresto e disposto la sola sospensione dalla professione per la durata di un anno. Napolitano, invece, è al momento ai domiciliari. Bisognerà ora capire cosa accadrà questa mattina quando i due medici saranno sentiti dal giudice per le indagini preliminari nel corso dell’interrogatorio di garanzia. In effetti per entrambi era già stata presentata una prima richiesta di misure cautelari che, però fu rigettata in quanto le perizie di parte, in ciascuna circostanza esaminata, insinuarono il «dubbio» sulle effettive colpe mediche dei due professionisti avanzando, in alcuni casi anche l’ipotesi di «stress da intervento», condizione impossibile da calcolare.
Tra i sei casi di omicidio colposo contestati ai due chirurghi, e catalogato dal gip come intervento «inutile», c’è la resezione della milza e dell’altra parte dello stomaco ad Andrea Carro, un paziente di 84 anni.