Fuorni come laboratorio di ricerca storica e antropologica. E’ rivolto ai ragazzi dell’istituto Basilio Focaccia il progetto finalizzato a riscoprire e a far conoscere agli studenti salernitani una tra le periferie più estreme della città attraverso la ricerca e la metodologia storica. Ieri, nell’aula “Pininfarina”, gli alunni di cinque classi dell’istituto hanno incontrato lo storico salernitano Pasquale Natella che, attraverso un vivace dibattito, ha coinvolto tutti gli studenti evidenziando la centralità delle materie umanistiche, discipline in grado di sviluppare il senso critico e la capacità di analisi; l’importanza della ricerca come metodologia che, a differenza di quella fondata sul digitale, è intrisa di stupore e di meraviglia e l’importanza della microstoria che scopre e analizza gli ambienti in cui si vive.
Il progetto parte proprio fa Fuorni, da via Monticelli sede dell’istituto Focaccia.
Questo lembo della città, a ridosso del vicino comune di Pontecagnano apparentemente anonimo e privo di identità, ha radici che affondano nella preistoria e si estendono fino alla recente industrializzazione.
Importanti testimonianze storiche rivivono in Castel Vetrano, posto sull’omonimo colle, che nasce in età romana come castrum per controllare gli spostamenti delle popolazioni picentine, e in Castel Vernieri, forse residenza di campagna del famoso diplomatico Giovanni Da Procida. Dal XVI secolo fino agli inizi del XIX, sono poi proprio le zone acquitrinose della frazione Fuorni a produrre riso di prima qualità, fino al decennio napoleonico quando le acque stagnanti sono state bonificate a causa del morbo della malaria.
«Il nostro progetto – ha affermato il professore Vincenzo Vitolo – intende soprattutto essere un esercizio di democrazia perché solo chi è cosciente delle proprie radici è veramente libero; chi non sa chi è e da dove proviene è una canna al vento. Negli ultimi tempi – prosegue il docente che ha curato il progetto – il tecnicismo esasperato e fenomeni come la cancellazione delle culture rischiano di rendere l’umanità priva di identità e senza memoria. È proprio per questo che l’insegnamento della storia dovrebbe diventare centrale in ogni ordine e grado di scuola e noi insegnanti di discipline umanistiche del “Focaccia”, con un po’ di ambizione, intendiamo costituire un piccolo laboratorio storico per valorizzare un territorio ritenuto marginale, ma ancor più per educare a sani e robusti valori democratici».