Il sindaco e i siti pedopornografici
«Non si sono aperti da soli»

Il sindaco e i siti pedopornografici «Non si sono aperti da soli»
di Carmela Santi
Martedì 4 Dicembre 2018, 06:40 - Ultimo agg. 08:55
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ROFRANO - «Risulta senz’altro singolare e pertanto non credibile che da una navigazione su comuni siti porno possano aprirsi del tutto involontariamente e così agevolmente oltre 500 siti di natura pedopornografica e che altrettanto casualmente sia confluito sul computer dell’imputato un files contente circa 800 immagini di carattere pedopornografico». È scritto nero su bianco nelle motivazioni della sentenza di condanna del sindaco di Rofrano Nicola Cammarano. Il primo cittadino a chiusura del processo di primo grado celebrato presso il tribunale di Vallo della Lucania é stato condannato ad un anno di reclusione. La sentenza del presidente Gaetano De Luca è stata emessa nello scorso mese di luglio. Nei giorni scorsi sono state depositate le motivazioni. «Non vi è alcun dubbio che il Cammarano abbia consapevolmente scaricato e detenuto il materiale confluito nella cartella denominata “video6”». È in quella cartella che la guardia di Finanza di Vallo della Lucania durante un controllo fiscale ritrovò il materiale pedopornografico. 

 Nella sentenza di condanna si legge che «I dati esposti durante il dibattimento convergono tutti verso una consapevole condotta di scarico del materiale pedopornografico, l’imputato poi successivamente all’attività di download ha consapevolmente detenuto il materiale». Ciò emerge in maniera lampante dalle stesse dichiarazioni dell’imputato che nel corso dell’esame ha affermato di «avere aperto due o tre cartelle di essere stato particolarmente colpito da alcune foto che ritraevano una ragazzina e una donna più adulta e infine di aver lasciato tali foto sul computer quasi per una sorte di negligenza o dimenticanza». 
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