Il teatro contro le dipendenze, il Lab di Ferri alla Tenda

L'Associazione Derrière la Scène ospiterà, fino al 2 dicembre, le artiste belghe Aurelie Di Marino e Nele Vereecken,

Protagonisti
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di Davide Speranza
Mercoledì 30 Novembre 2022, 08:41 - Ultimo agg. 08:45
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C'è una scena dolorosa e simbolica nel film «Scugnizzi» di Nanni Loy (con l'interpretazione straordinaria di Leo Gullotta) nella quale un ragazzino che passeggia tra i vicoli stilizzati di Napoli viene attratto dal mostro della dipendenza da eroina e risucchiato all'interno di un tunnel. A salvare quei ragazzi perduti, logorati dalla vita, sarà almeno in un ideale augurio il teatro, la musica, la danza, insomma l'arte. L'arte come salvezza è alla base del progetto «Quartieri di vita. Life infected with Social Theatre!», che fa tappa a Salerno raggiungendo la settima edizione. L'Associazione Derrière la Scène ospiterà, fino al 2 dicembre, le artiste belghe Aurelie Di Marino e Nele Vereecken, che dirigeranno assieme all'attrice e regista Gina Ferri un laboratorio teatrale con persone che hanno problemi di dipendenza. Proprio venerdì alle 12, andrà in scena alla Tenda-Centro di Solidarietà di Salerno una prova aperta al pubblico, realizzata in collaborazione con la rappresentanza generale della comunità fiamminga e della regione delle Fiandre di Roma. Attori, registi e iscritti al lab stanno lavorando in questi giorni nella struttura del quartiere salernitano di Brignano.

«Sono state individuate aree a rischio, dove più difficilmente la cultura e il teatro possono arrivare racconta Gina Ferri Sono anni che lavoro su queste tematiche e la Tenda si occupa di recupero e problematiche legate alla dipendenza».

Un laboratorio di teatro che diventa balsamo su ferite sociali: droga, alcol, ma anche il gioco. «Il teatro può salvare continua la Ferri Se pensiamo solo a cosa è stata la pandemia e a come la cultura ci abbia salvato, la lettura di libri, l'ascolto di musica, la visione dei film a casa. L'arte può essere uno spiraglio rispetto al buio che a volte alcuni hanno dentro». Il Festival di formazione e teatro sociale della Fondazione Campania dei Festival è ideato dal direttore artistico Ruggero Cappuccio e realizzato con il sostegno della Regione Campania, del Ministero della Cultura e di Eunic Global (in partenariato con i Cluster Eunic-European Union National Institutes for Culture di Roma e Napoli). «Gli iscritti sono persone che vivono in case famiglia, vengono quasi tutte dalla Campania aggiunge la regista del laboratorio Quest'anno i partecipanti sono molto contenti di fare l'esperienza, si sono messi in gioco. Mi continuano a dire che dopo il laboratorio vorrebbero fare altro e che si sentono arricchiti». Un ritrovare l'armonia dentro sé, a partire da una visione ludica della rappresentazione sul palco. Ne sono sicure le due artiste Di Marino e Vereecken: «Giocare è tutto. Giocare è ciò che faremo. Il gioco è l'unico modo per relazionarsi con il mondo: una cura per i blocchi, una disciplina del disordine, un antidoto alla sfiducia velenosa, una politica dei desideri, una ricerca di domande inevitabili, una ricerca di verità non ovvie. Giocare per amore. Giocare per la vita».

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