Imbianchino gambizzato, 4 condanne
e 35 anni di pena complessivi

Imbianchino gambizzato, 4 condanne e 35 anni di pena complessivi
di Nicola Sorrentino
Sabato 20 Novembre 2021, 06:10 - Ultimo agg. 06:51
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Volevano punirlo per una lite avvenuta qualche ora prima, durante la quale la vittima si era intromessa per difendere un amico. Lo raggiunsero in gruppo, presso casa sua, poi uno di loro gli esplose contro quattro colpi di arma da fuoco. Un proiettile lo raggiunse al ginocchio. Sono quattro le condanne decise dal tribunale di Nocera Inferiore per la gambizzazione di un imbianchino, avvenuta a Pagani il 18 giugno del 2020. Il collegio ha condannato a 10 anni di carcere Mike De Prisco, ritenuto colui che materialmente sparò con una calibro 7,65; 8 anni per Aniello D’Auria e 7 anni e 7 mesi per Alessio e Martin Santaniello. Nel collegio difensivo i legali Vincenzo Calabrese, Giovanni Pentangelo e Giuseppe Della Monica. 

I fatti si verificarono nella zona di “Casa Marrazzo” a Pagani. All’origine del primo litigio, vi sarebbe stato lo sgarbo nei riguardi di una ragazza addebitato ad un amico della vittima. In pratica, la ragazza sarebbe stata lasciata a piedi, dopo una serata. Il passo successivo fu lo scoppio di una lite tra il primo e alcuni degli imputati, in una concessionaria di Corbara, proprio per quanto accaduto la sera precedente. In quel frangente, era intervenuto anche l’imbianchino, amico del ragazzo aggredito, intervenuto per difenderlo e rispondere all’aggressione. Il gruppo, a quel punto, decise di consumare una vendetta proprio su quest’ultimo. Circostanza che - stando alle indagini - era già chiara dopo il primo litigio, al termine del quale alcuni degli imputati avevano promesso ritorsioni con minacce dai contenuti espliciti. Presso la corte interna alla casa della vittima, infatti, giunsero in quattro. E almeno due erano armati, secondo l’inchiesta dei carabinieri della tenenza di Pagani. Un solo proiettile raggiunse la vittima, al ginocchio, mentre altri - pur esplosi ad altezza uomo - andarono a conficcarsi a ridosso di una parete. A.M. riuscì a salvarsi solo girandosi di spalle, per poi fuggire. Per lui fu necessario l’intervento e il soccorso in ospedale, in codice rosso. Il gruppo, tutto, rispondeva di tentato omicidio in concorso, mentre De Prisco e D’Auria anche di detenzione di arma da fuoco in luogo pubblico.

La vittima aveva avuto la meglio, nel difendere il suo amico, nella prima lite avvenuta alla concessionaria di Corbara. Circostanza che bastò al gruppo di imputati per meditare vendetta, spingendosi - armati - fino a casa di quest’ultimo, per rispondere al sopruso subito.

Le indagini furono condotte dal sostituto procuratore a Nocera, Anna Chiara Fasano. I rilievi balistici effettuati dalla tenenza dei carabinieri di Pagani dimostrarono come chi sparò aveva volontà di uccidere e non ferire la vittima, che restò ferita al ginocchio in modo grave. La condanna per i quattro è giunta al termine del dibattimento, con i giudici a riconoscere i quattro responsabili del reato di tentato omicidio in concorso. 

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