Immersioni fatali, morti due salernitani:
non ce la fa Persico, il sub del Garda

Immersioni fatali, morti due salernitani: non ce la fa Persico, il sub del Garda
di Petronilla Carillo
Lunedì 24 Ottobre 2022, 08:16 - Ultimo agg. 13:20
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Due vite diverse che si incrociano in un fatale destino. Due morti dinanzi alle quali diventa difficile potersi dare una giustificazione. Nicola Persico, il salernitano 55enne, che nel primo pomeriggio di sabato è stato soccorso dai suoi amici nelle acque del Lago di Garda e trasferito in pessime condizioni all'ospedale civile di Brescia, non ce l'ha fatta.

Proprio mentre nel nord Italia i sanitari hanno perso la loro battaglia per tenerlo in vita, in un altro ospedale, questa volta in Calabria, un'altra famiglia è stata colpita da un analogo lutto, quella del colonnello Gabriele Mambor anche lui colto da un malore, a largo della costa crotonese, mentre faceva una immersione.

L'ufficiale dei carabinieri, originario di Roma, a Salerno aveva trascorso un periodo della sua vita da comandante del Reparto operativo speciale entrando in seconda battuta, quella che ha poi prodotto l'iscrizione sul registro degli indagati di un suo collega, Fabio Cagnazzo, nell'indagine sulla morte del sindaco pescatore di Pollica, Angelo Vassallo. 

Nicola Persico, 55 anni, è morto nel corso della nottata, poche ore dopo il suo ricovero in ospedale. Secondo una prima ricostruzione dei fatti operata dai carabinieri della compagnia di Salò, avrebbe accusato un malore nella risalite dopo l'immersione. Sarebbero stati proprio i suoi amici, partiti da Salerno con lui per un week end all'insegna della loro più grande passione, ad accorgersi che qualcosa non era andata bene nella risalite. Assieme all'istruttore con il quale avevano organizzato l'escursione a Gardone Riviera, lo hanno soccorso e portato a rive eseguendo le prime manovre salva vita. Ma le sue condizioni sono apparse immediatamente gravi, probabilmente a causa di una embolia che gli potrebbe aver ostruito le arterie a causa di bolle gassose di azoto che si formano durante una risalita in superficie troppo veloce. Si attende ora l'arrivo della salma a Salerno per rendergli l'ultimo saluto.

Dal lago al mare calabro, stessa sorte per Gabriele Mambor. Una inverosimile coincidenza di orario e di dinamica. Da due anni alla guida del comando provinciale dell'Arma di Crotone, il colonnello aveva come hobby proprio le immersione. L'ultima, quella di sabato, gli è stata fatale. Quarantanove anni, amava la pesca subacquea. Il suo corpo è stato recuperato in mare da alcune persone che erano con lui e trasferito sulla spiaggia, già senza vita. Inutile, dunque, l'immediato arrivo del 118 i cui medici non hanno potuto far altro che accertarne il decesso. Anche lui avrebbe accusato un malore in mare. Le cause del decesso sono ora in fase di accertamento. Mambor aveva lasciato i Ros di Salerno, per andare in Calabria, nel 2020 e nella provincia campana ha legato il sui nome a diverse, importanti operazioni. Schivo e riservato, amava restare sempre in penombra. Il suo nome, nel Salernitano, resterà per sempre legato all'inchiesta sull'omicidio Vassallo. La riapertura delle indagini, dopo l'archiviazione a carico di bruno Humberto Damiani, è stata diretta e seguita in prima persona da lui. 

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Entrambe le vittime non sarebbero stati dei sub improvvisati ma avrebbero avuto una certa esperienza. Bisogna dunque verificare in entrambe le circostanze se siano state rispettate le regole che garantiscono la sicurezza dei sub. Le bolle gassose di azoto che causano l'embolia, in genere, si formano durante una risalita in superficie troppo veloce. Se si è fortunati l'embolia può essere curata attraverso alcune sedute in camera iperbarica per agevolare il corretto processo di decompressione. 

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