L'imprenditore caseario in carcere:
non sono mafioso, pago le tasse

L'imprenditore caseario in carcere: non sono mafioso, pago le tasse
di Angela Trocini
Martedì 19 Febbraio 2019, 06:35 - Ultimo agg. 13:00
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L’imprenditore Gianluca La Marca, titolare di fatto del caseificio «Tre Stelle», arrestato venerdì scorso, ha reso un lungo interrogatorio al gip Ubaldo Perrotta del Tribunale di Salerno. Per circa tre ore, alla presenza degli avvocati Silverio Sica e Giovanni Annunziata, ha risposto alle domande del giudice «in modo esaustivo», come ha precisato la difesa, richiedendo al gip la revoca della misura cautelare in carcere e, già dallo scorso venerdì, presentando ricorso al tribunale del riesame contro il provvedimento restrittivo. L’imprenditore ha contestato l’accusa di «metodo mafioso» (il 416 bis primo comma, ex articolo 7) ritenendo insussistente l’accusa di aver agito «in nome e per conto del clan Maiale» così come ha definito «inesistente il rapporto con lo stesso Giovanni Maiale», ex esponente di spicco della criminalità organizzata nella Piana del Sele poi diventato collaboratore di giustizia, ricostruendo - nel lungo interrogatorio reso ieri nella casa circondariale a Fuorni, alla presenza anche dei magistrati antimafia Rocco Alfano e Marco Colamonici - solo «alcuni contatti occasionali». 

Il 42enne imprenditore caseario ebolitano ha inoltre affermato di non aver avuto alcun vantaggio dal direttore dell’Agenzia delle Entrate di Salerno, Emilio Vastarella - «ho pagato quanto dovevo. Vastarella non mi ha mai favorito» - affermando di aver seguito le procedure consentite dalla legge «quando c’era da conciliare ho conciliato e quando c’era da fare ricorso ho presentato ricorso» e rappresentando come l’azienda sia leader nel settore caseario, con un fatturato significativo.
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