Nel tentativo di eliminare il frascame derivato dal taglio della legna, generò un incendio al bosco circostante. Era il 4 aprile 2016, a Castel San Giorgio. Diventa definitiva la condanna a 8 mesi di reclusione per un 72enne di Siano, denunciato all’epoca per incendio boschivo. L’uomo fu incastrato dall’indagine svolta da un dipendente della Sma Campania, la società che si occupa di prevenzione e repressione degli incendi boschivi.
La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’imputato, rendendo la condanna definitiva. Quel giorno il dipendente raccolse la richiesta di intervento in località Campomanfoli: all’interno di un bosco privato, in fase di taglio colturale delle piante, alcune persone stavano procedendo alla pulizia del frascame (le fronde di un albero) mediante bruciatura.
L’imputato fu individuato grazie ad indagini specifiche e testimonianze. Inoltre, la Guardia Forestale annotò che lo stesso si era allontanato frettolosamente, alla guida di un trattore, lasciando la zona e l’incendio in corso. Le fiamme si propagarono su una superficie di 1500/1600 metri quadrati circa. In sostanza, non avendo raggruppato per bene il frascame, l’uomo aveva provocato così l’incendio, che si diffuse rapidamente. La difesa aveva contestato vizi di motivazione, così come erronea interpretazione di alcune circostanze. Per la Cassazione, invece, la sentenza di condanna fu motivata in modo «lineare e coerente». Per il 72enne la pena ad otto mesi di reclusione è definitiva.