Andranno a giudizio immediato, su richiesta della procura e grazie all’accoglimento del gip, Fiorenzo Zoccola detto Vittorio e Giovanni Savastano detto Nino. I due indagati, entrambi ora ai domiciliari, erano finiti nell’inchiesta sulle cooperative sociali che ha travolto, tra gli altri, anche il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, l’ex dirigente del suo staff Felice Marotta e dell’ex direttore del servizio Ambiente del Comune, Luca Caselli. Nove i capi di imputazione contestati al ras delle cooperative sociali, due quelli all’ex assessore comunale alle Politiche sociali e consigliere regionale di Campania Libera, lista di sostegno al governatore Vincenzo De Luca. Le accuse sono di turbata libertà degli incanti per Zoccola (in concorso con altri), corruzione per entrambi gli indagati. Ma, leggendo il decreto che dispone il giudizio e, nello specifico i diversi capi di imputazione contestati, l’impressione è che ci saranno altre richieste di rinvio a giudizio per la vicenda delle cooperative sociali. La procura, per ora ha avanzato soltanto le richieste per l’imprenditore e il consigliere regionale, perche le indagini a carico degli altri ancora non sarebbero concluse. Anzi, ci sarebbero ancora degli interrogatori da completare, come quello del dirigente comunale Felice Marotta (difeso dall’avvocato Paolo Carbone) che si presenterà dinanzi al gip Gerardina Romaniello la prossima settimana.
L’udienza per Zoccola (difeso dall’avvocato Giuseppe Della Monica) e per Savastano (difeso dall’avvocato Giovanni Annunziata) è stata fissata a stretto giro, per la fine del mese di febbraio.
Non usa parole leggere, il gip, per definire il rapporto tra l’ex consigliere regionale e assessore comunale e l’imprenditore delle coop parlando di un «consolidato accordo corruttivo» e spiegando come Savastano abbia «promesso» a Zoccola, in cambio di voti, «l’aggiudicazione e la proriga degli affidamenti dei lavori pubblici alle coop gestite dallo stesso o dai suoi sodali». Come nel caso di due delibere di giunta che, secondo le carte giudiziarie sarebbero a lui riferibili la 195 di settembre 2020 e la 274 di dicembre dello stesso anno. Quindi incidendo sull’approvazione di determine dirigenziali favorevoli all’imprenditore: almeno tre secondo l’accusa.