Inferno e morte sulla Statale 18:
la verità nascosta ai sopravvissuti

Inferno e morte sulla Statale 18: la verità nascosta ai sopravvissuti
di Nello Ferrigno
Mercoledì 18 Aprile 2018, 06:20 - Ultimo agg. 15:36
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L’inferno sulla Statale 18 ha diverse sfaccettature. Tutte drammatiche e che si incrociano con il destino di ogni singolo protagonista. Come quello di Salvatore, un altro dei cinque ragazzi che sabato sera erano nella Fiat Punto. Ieri è tornato a casa. È stato dimesso dai medici dell’ospedale di Cava de’Tirreni dove era stato portato dopo il tremendo impatto. Per lui soltanto una frattura ad un polso.

Salvatore, però, non sa che il suo amico Raffaele non ce l’ha fatta. Così come non sa che Gaetano ed Emanuele stanno lottando per vivere. Anche Aurelio, in ospedale a Salerno per la frattura del bacino e di un femore, è all’oscuro di tutto. Per loro, dicono i medici, sarebbe un trauma troppo forte. Ci vuole una vigilanza psicologica. Per questo motivo non possono usare i telefonini. Ai familiari è stato detto di essere molto cauti. Bisogna attendere ancora qualche giorno. Ieri in molti volevano andare a trovare il ragazzo a casa ma sono stati cortesemente invitati a rinviare la visita. 

Sono stazionarie, ma restano gravi, le condizioni di Gaetano ed Emanuele che sono ricoverati in rianimazione all’Umberto I. Questa mattina è in calendario anche l’udienza di convalida del fermo del quarantasettenne di Cava de’Tirreni che era alla guida dell’Opel Astra che ha impattato contro la macchina su cui viaggiavano i ragazzi.
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