Infarti fatali in strada: «I defibrillatori ci sono ma nessuno sa usarli»

Martedì due uomini morti di infarto sul lungomare e sul corso

Infarti fatali in strada: «I defibrillatori ci sono ma nessuno sa usarli»
di Brigida Vicinanza
Giovedì 8 Dicembre 2022, 09:31
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Come un cane che si morde la coda in un sistema che spesso lascia «buchi nella rete». Si accendono nuovamente i riflettori sulla gestione dell'emergenza a Salerno e provincia, dopo i tragici episodi di martedì avvenuti in pieno centro. Due decessi in pochi minuti e a distanza di pochi metri: prima sul lungomare, poi sul corso principale della città. Due uomini muoiono in strada e le domande, i dubbi e le polemiche si fanno sempre più pesanti ed insistenti soprattutto sulla presenza dei defibrillatori in città.

È l'Udicon a intervenire per prima sulla questione e ad avviare la riflessione: «Bastava l'utilizzo di un defibrillatore nei primi 5 minuti - aveva scritto la presidente Anna Della Mura - nei pressi del lungomare (zona portuale) ci sono due defibrillatori posizionati a disposizione dei turisti che approdano via mare ma nessuno lo sa, riteniamo sia necessario installare gli apparecchi salvavita in piazze e luoghi strategici di passaggio della città, tanto da essere facilmente raggiungibili e identificabili in caso di malori improvvisi di passanti in strada». Il punto è chiaro, anzi i punti: dal lungomare alla Stazione marittima, dal porto turistico al porto commerciale e anche in piazza della Concordia, i defibrillatori ci sono e sono stati tutti posizionati (circa venti) dall'Autorità di sistema portuale, mentre qualcun altro (ad esempio in piazza San Francesco) dalle associazioni che hanno donato i dispositivi alla città. Ma chi sa e può utilizzarli? Esiste una mappa che indichi il reale posizionamento dei dispositivi salva-vita? Le domande sorgono spontanee. Se alla prima a rispondere (in parte) è il presidente dell'Humanitas Salerno Roberto Schiavone, che ieri mattina ha inviato una lettera al sindaco Enzo Napoli e al comandante della municipale per offrire gratuitamente formazione, alla seconda sembra rimanere il punto interrogativo.

«La città ne è sguarnita nei punti nevralgici, anzi molti non conoscono dove sono posizionati quelli donati dal sistema portuale ma il Comune dovrebbe prevederne almeno tre in punti strategici, sul corso e precisamente nella zona dove ieri è deceduto l'uomo - sottolinea Schiavone - non ce ne sono, solo qualche privato o qualche farmacia potrebbe averlo ma è impossibile saperlo. Bisogna fare anche un'altra riflessione: manca la formazione. I vigili urbani non sono adeguatamente formati per l'utilizzo dei sistemi Blsd e neanche per quanto riguarda il primo soccorso.

Per questo abbiamo offerto formazione gratuita con Humanitas alla polizia municipale che, impegnata nel pattugliamento in pieno centro, spesso interviene prima di un'ambulanza che in quel momento potrebbe non arrivare a destinazione in velocità. Anni fa - ricorda - furono donati defibrillatori in dotazione alle auto della municipale, molti non se la sentivano di utilizzarli».

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La Croce Rossa invece fu impegnata nella formazione ai Carabinieri sull'utilizzo dei dispositivi che - in ogni caso - rimangono obbligatori a bordo delle ambulanze. È sul sistema dei soccorsi in generale che si apre una voragine: «Si sta facendo acqua da tutte le parti - dichiara Schiavone - un'ambulanza ora (ieri per chi legge ndr) è ferma al pronto soccorso. Siamo allo sbando totale, c'è una falla nel sistema. La Croce Rossa in pieno centro, ad esempio, se è impegnata su un intervento o se è in fila al Ruggi in attesa di lasciare un paziente non può prendere chiamate e dunque dovrà arrivare qualcuno da Pontecagnano, Baronissi, Fisciano e così via». Conferma che arriva anche da un operatore della Misericordia: «Sono ancora in fila al pronto soccorso, perché qui non hanno barelle, resto in attesa e ho appena dovuto rifiutare un intervento in città - evidenzia l'uomo - è dall'alto al basso che non c'è rete. Così come non c'è chi è formato per utilizzare i defibrillatori, non c'è un'organizzazione che ci permetta di aiutare tutti».
 

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