L'infettivologo Greco al De Sanctis:
«Ragazzi, costruite il futuro»

L'infettivologo Greco al De Sanctis: «Ragazzi, costruite il futuro»
di ​Carla Errico
Venerdì 3 Aprile 2020, 01:11 - Ultimo agg. 01:12
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«Nulla deve tornare come prima. Voi ragazzi siete quella comunità che noi adulti troppo spesso abbiamo dimenticato di essere. E il virus oggi ci dice l’importanza di stare insieme. Grazie ragazzi, siete la luce. Comunicare come state facendo voi oggi significa preparare la comunità del futuro». È l’attimo dell’emozione, quello in cui Luigi Greco sveste i panni dello scienziato per diventare padre, nonno degli studenti che lo ascoltano. Sono oltre mille, gli alunni del liceo De Sanctis di Salerno, riuniti in videoconferenza sulla piattaforma google meet della scuola per ascoltare l’infettivologo richiamato in servizio al Ruggi per gestire l’emergenza coronavirus. E così diventa anche «una lezione di vita», come annota la preside Cinzia Lucia Guida, quella che dalle 10.30 a mezzogiorno di ieri interrompe l’attività quotidiana della didattica a distanza per allievi e docenti del triennio. 

Parte da lontano, Greco, dal primo virus Rna capitato sulla terra ben prima dell’uomo, tre miliardi di anni fa. Descrive le mille infinite mutazioni dei «corona», e non nasconde le difficoltà del mondo scientifico nell’affrontare oggi il Covid-19. «Non sappiamo quanti sono gli infettati. Non sappiamo quanto duri il periodo di incubazione, nè quando - forse per la fine dell’anno - avremo le terapie per fronteggiare il virus». Poi, alla platea giovane che lo ascolta, offre il supporto rassicurante delle certezze mediche: spiega che la contagiosità è la capacità del virus di aprire le porte delle cellule per poi moltiplicasi all’infinito ma che in sè non è una condanna, perchè la gravità del contagio che può portare alla morte dipende dalla virulenza e dalle condizioni fisiche della persona contagiata. È la storia risaputa degli anziani più colpiti, mentre «voi - dice Greco - potreste anche essere in tanti asintomatici, che significa che il virus attecchisce senza dare malattia».

Un racconto chiaro e fluido, che dalla spiegazione medica si trasfonde in analisi sociale. Perchè in questo mondo di cui «voi non siete responsabili ma partecipi», ad un certo punto «l’homo sapiens è diventato homo deus». È l’autocritica dell’adulto: «Vi abbiamo cresciuto in una realtà acquatica, che non lascia tracce di bagnato su di voi - si accalora l’infettivologo - Abbiamo pensato di poter fare tutto con la natura. In realtà la vita che abbiamo fatto finora non ci prepara affatto ad affrontare le epidemie del futuro. Dobbiamo recuperare il rapporto con l’ambiente. Questo è il segnale del pipistrello di Wuhan, dell’Amazzonia, dell’Australia che brucia». E poi: «forza ragazzi tocca a voi». Solo gli alunni delle quinte possono interagire, e lo fanno Alessandro Romano, Paola Fratello, Raffaele D’Angelo, Federica Fasulo, Silvia Anna Romaniello, Francesco Rispoli, Luigi Raucci, Claudia Nigro, Danila Barbarisi, oltre ai docenti Irene Noce e Nello De Bellis. 
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