Interventi sbagliati in clinica,
la Cassazione reintegra i due medici

Interventi sbagliati in clinica, la Cassazione reintegra i due medici
di Petronilla Carillo
Sabato 5 Giugno 2021, 06:25 - Ultimo agg. 08:30
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La notifica del provvedimento di Cassazione ai diretti interessati e alla clinica Tortorella è avvenuta ieri, tecnicamente da questa mattina il primario di Oncologia, Carmine Napolitano, ed il suo braccio destro, il medico Marco Clemente, potranno tornare a lavoro. Lo hanno deciso nella serata di giovedì i giudici della Suprema Corte che hanno accolto il ricorso dei loro legali, gli avvocati Agostino De Caro e Formicola, ed annullato le ordinanze dei giudici del Riesame di Salerno (senza alcun rinvio alla Corte d’Appello) riguardo alle misure interdittive alla professione riconosciute in un anno per Napolitano e in sei mesi per Clemente. La difesa dei due medici si era appellata contro il provvedimento del Riesame ritenendo «tardiva» la perizia presentata dalla procura, oltre i termini di scadenza fissati dalla legge puntando anche sulla «infondatezza» delle misure interdittive. «Aspettiamo le motivazioni - commenta l’avvocato De Caro - intanto ci presentiamo alla battaglia giudiziaria per valutare la colpevolezza dei nostri assistiti».

Plurimi omicidi colposi. È questa l’unica contestazione che la procura di Salerno ha mosso nei confronti del primario e del suo chirurgo.

Anche se il giudice per le indagini preliminari usa nella sua ordinanza parole molto forti nei confronti di Napolitano. Sei i casi contemplati e per i quali i due indagati devono ora rispondere alla giustizia anche se è proprio il gip a precisare che potrebbero essere molti di più ma non tutti sono stati denunciati. Le indagini, condotte dalla Procura di Salerno e dai militari della compagnia carabinieri di Salerno, agli ordini del maggiore Adriano Castellari, presero il via nel 2018, dall’anomalo incremento di decessi verificatisi nei mesi successivi all’assunzione dei due medici presso la clinica Tortorella e sono legate a doppio filo all’inchiesta sulla morte del perito della procura Antonello Crisci, operato sempre da Napolitano. La verifica della documentazione sanitaria riguardante taluni pazienti ricoverati presso la clinica e l’escussione di alcuni dei medici, che hanno poi evidenziato profili di criticità riguardo agli interventi eseguiti e, più in generale, riguardo lo spregiudicato modus operandi del chirurgo, hanno portato ad eseguire ulteriori accertamenti istruttori. L’esame delle acquisizioni preliminari ha confermato l’anomalia dei decessi rispetto alla media nel breve periodo analizzato, adombrando motivazioni di profitto legate all’aumento dei ricoveri e alla gestione imprudente dei pazienti. Di qui la decisione di riesumare i casi sospetti e procedere con accertamenti tecnici che hanno poi evidenziato, come scrive il gip interventi inutili, presumibilmente sbagliati o imprudente gestione del post operatorio.

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