Degrado centro storico, ecco gli «ippocampi»:
modello sardine per salvare il quartiere

Degrado centro storico, ecco gli «ippocampi»: modello sardine per salvare il quartiere
di Barbara Cangiano
Venerdì 31 Gennaio 2020, 06:35 - Ultimo agg. 07:31
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Gli ippocampi salveranno il centro storico dal degrado? Di sicuro ci proveranno. La Salernitana non c’entra. Anche se la passione che li anima è molto vicina al tifo da stadio. Parliamo del neonato coordinamento che vede in prima linea i comitati civici Salviamo Piazza Alario e Centro storico alto, insieme all’associazione Io Salerno. A legarli insieme, l’adesione alla proposta di iniziativa popolare Salva Salerno voluta dal consiglieree Giampaolo Lambiase contro il consumo di suolo e la cementificazione degli ultimi spazi liberi in città. 

Ma cosa ha a che vedere il proliferare di torri e condomini nella zona Est di Salerno con il cuore antico della città? «Il centro storico è stato tradito – sbotta Alfonso Malangone – Stiamo aspettando da anni l’apertura di piazza della Libertà che costerà la bellezza di ottanta milioni di euro, fondi investiti per un garage a mare che avrebbero potuto essere invece sfruttati per recuperare le tracce del nostro passato. E tutto questo perché manca a nostro avviso una vera visione». La carrellata degli scheletri memoriali che rischiano di ridursi in un cumulo di pietre è nota: palazzo San Massimo, le vecchie carceri, Santa Maria de Alimundo. Per non parlare di vicoli e piazzette su cui insistono edifici che non hanno pregio storico, ma che potrebbero costituire un rischio per l’incolumità di residenti e passanti, non ultimo il caso di uno stabile che affaccia tra vicolo delle Galesse e Porta Rateprandi, per il quale gli abitanti della zona hanno più volte chiesto verifiche ai vigili del fuoco dopo il distacco di intonaci e parti di muro. E Santa Maria de Alimundo, prima inserita nel progetto Clic e poi messa in stand by per la riqualificazione del Parco del Mercatello.

E tra una critica al Puc, perché il Comune è tra i primi in Italia per il consumo di suolo a fronte di un decremento costante della popolazione ed una stoccata ad una amministrazione reputata sorda alle richieste dei cittadini del centro storico, è nata l’idea di creare un coordinamento che possa coinvolgere la società civile per trascinarla in piazza. Il modello è quello delle sardine, anche se il simbolo prescelto potrebbe essere quello dell’ippocampo.
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