Si è tenuta giorni fa, presso il Tribunale di Salerno, l'udienza legata al presunto suicidio di Jhonny Cirillo, il giovane rapper che si trovava in carcere per accuse di rapina. L'ipotesi di reato, in questo caso, è contro ignoti ed è quella di istigazione al suicidio.
La Procura di Salerno ha tuttavia chiesto l'archiviazione, non ravvisando elementi tali da sostenere un'accusa in giudizio. Ma la famiglia del giovane, attraverso il legale Roberto Acanfora, ha presentato opposizione, ritenendo che se si fossero attuate le procedure della «grandissima sorveglianza» il suicidio non sarebbe stato possibile.
Insieme alla famiglia, si è opposta anche l'associazione Antigone, che aveva già depositato un esposto per denunciare i fatti, ma lo scorso 28 giugno la Procura, sostenne che il provvedimento di grandissima sorveglianza anche se fosse stato eseguito, così come l'esecuzione della sorveglianza, non sarebbe stato sufficiente per evitare il decesso
Il 26 luglio 2020, all’età di 23 anni, il giovane rapper Jhonny Cirillo si tolse la vita in una cella del carcere di Salerno, dove si trovava da poco più di un mese.