Incastrato dagli orecchini nell'auto,
niente sconti al killer della lucciola

Incastrato dagli orecchini nell'auto, niente sconti al killer della lucciola
di Viviana De Vita
Martedì 5 Giugno 2018, 06:15 - Ultimo agg. 06:27
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L’avrebbe prima uccisa, poi avrebbe trascinato il cadavere abbandonandolo infine in una strada di campagna in via Leopardi, alle spalle del cimitero di Pagani. Nessuno sconto per Carmine Ferrante, il giovane muratore originario di Vietri sul Mare finito in carcere con l’accusa di avere ucciso la prostituta bulgara Nikolova Temenuzhka che, appena 37enne, era costretta a prostituirsi per dare da mangiare ai suoi due bambini. La sentenza, che infligge 20 anni di reclusione al giovane manovale, è stata pronunciata ieri dai giudici della Corte d’Assise d’appello del tribunale di Salerno (presidente Palumbo) che hanno confermato in pieno il castello accusatorio formulato dalla Procura e ribadito ieri in aula dal procuratore generale dottoressa Giannelli e dal legale di parte civile, il penalista Alberico Gallucci. La difesa, affidata all’avvocato Agostino De Caro, ha provato a smontare i tasselli dell’accusa attraverso una serie di elementi che, evidentemente, non hanno convinto i giudici della Corte d’Assise d’appello che hanno confermato la sentenza già pronunciata a carico dell’imputato dal gup del tribunale di Nocera Alfonso Scermino all’esito del rito abbreviato. 

A incastrare Ferrante – attualmente indagato anche per l’omicidio della 19enne bulgara Mariana Tudor Szekeres, la giovanissima prostituta rinvenuta senza vita il 15 maggio 2016 in un terreno incolto tra via San Leonardo e via Dei Carrari – sono stati in particolare alcuni oggetti appartenuti alla vittima e rinvenuti nell’auto del muratore. Quegli orecchini e quel bracciale trovati dagli inquirenti all’interno della Citroen C2 di Ferrante hanno rappresentato la prova regina a carico dell’uomo sposato e padre di tre figli.
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