L'autostrada demolirà la sua abitazione:
«Vecchia e malata, voglio morire a casa mia»

L'autostrada demolirà la sua abitazione: «Vecchia e malata, voglio morire a casa mia»
di Paola Florio
Sabato 15 Maggio 2021, 06:30 - Ultimo agg. 21:15
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Con l’approssimarsi dell’udienza del 27 maggio ed il rischio di veder demolita la sua piccola casa, la signora Filomena Vitolo, di Castel San Giorgio, lancia un grido di dolore e come ultima speranza scrive un’appassionata lettera al direttore del sesto tronco di Cassino dell’Autostrada Salerno-Caserta, competente quale massimo dirigente per un suo intervento. La donna, ultraottantenne e malata, ha ricevuto nel 2019 il decreto di abbattimento della sua abitazione a seguito di una sentenza della Corte di Appello di Salerno perché non a distanza regolamentare dall’A 30. «È mio preciso dovere ricordare - spiega - che il mio defunto marito costruì in buona fede, con certezza di essere in regola, in quanto in possesso di una concessione edilizia rilasciata dal Comune di Castel S. Giorgio. Un male incurabile, che poi lo portò alla morte, non gli diede la possibilità di potersi difendere e far valere le sue ragioni nelle sedi opportune, né ebbe la possibilità di chiedere una deroga, come hanno fatto tanti altri che oggi giustamente si godono la propria casa». La sua richiesta è quella di terminare i suoi giorni in quella piccola casa di 50 metri quadrati pregna di ricorsi, amore e sacrifici. La donna è vedova e senza figli, inoltre è malata. Tempo addietro, infatti, ha subito un delicato intervento al cuore, ha quattro bypass e le hanno sostituito la valvola aortica. In più è affetta da una grave malattia agli occhi che a breve la porterà alla cecità, ma lotta ancora per restare tra quelle mura che sono il suo mondo. «Mi sono rivolta a tutte le Istituzioni – racconta - Al Ministero competente, al Presidente della Repubblica, alla chiesa ed al Presidente della Regione Campania, il quale mi ha informato che i capigruppo di tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale ed oltre 200 sindaci del territorio hanno chiesto al Presidente del Consiglio Mario Draghi di sospendere tutte le demolizioni delle prime case, ed in particolar modo quelle di chi non ha la possibilità economica di provvedere ad una situazione alternativa e che tutt’oggi è oggetto di discussione alla Commissione del Parlamento». Una storia che aveva fatto breccia nel cuore dell’arcivescovo Andrea Bellandi il quale, ricevuta nel 2019 l’accorata missiva della donna, aveva messo a disposizione un legale della Diocesi per cercare una possibile soluzione. Anche la Società Autostrade all’epoca, nel corso della trasmissione “Storie Italiane”, il programma di Rai Uno, aveva comunicato che si sarebbe cercata una soluzione per applicare, nel modo più appropriato, la legge, vista la straordinarietà della situazione. Ma ad oggi nulla sembra essere cambiato. «Ho solo chiesto con tanta umiltà facendo fede nel buon cuore di tutti – ribadisce la signora Filomena - di lasciarmi vivere i miei ultimi giorni di vita nella mia piccola casa». Adesso, però, c’è un barlume di speranza perché nell’ultima udienza dello scorso febbraio l’avvocato della Società Autostrade, riconoscendo il caso umano, ha proposto al giudice di procedere al solo abbattimento di una tettoia adibita a garage e deposito soprassedendo temporaneamente sulla demolizione della casetta. «Questa soluzione – dice Filomena - è la più umana e la più giusta e metterebbe la parola fine al mio calvario». Questa è, dunque, la richiesta di Filomena alla massima autorità della Società, confidando - dice - nella sua comprensione e nel suo buon cuore.

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